Nei territori palestinesi occupati dagli israeliani non saranno più in vendita i gelati del noto marchio Ben & Jerry’s.
Il fornitore, che ha già preso posizione in passato su argomenti di grande impatto nell’opinione pubblica, ha deciso di mostrarsi coerente e di interrompere la vendita dei propri gelati nei territori occupati.
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“Riteniamo che sia incoerente con i nostri valori che il gelato di Ben & Jerry’ s venga venduto nei Territori palestinesi occupati”, si legge nella nota del brand, che si era già distinto per l’appoggio al movimento Black Lives Matter e per le posizioni espresse sulla riforma della giustizia penale e sul cambiamento climatico.
La società che fa capo a Ben & Jerry’s, la britannico-olandese Unilever, ha precisato che il ritiro dei gelati dal mercato riguarda solo la Cisgiordania: “Rimarremo in Israele”, ha spiegato la Unilever, sottolineando come non si tratti di un affondo al Paese.
Netanyahu e Bennet durissimi: “Gelato anti-israeliano”
Nonostante questo chiarimento, la reazione da parte degli esponenti politici israeliani è stata durissima. Non si è fatta attendere la replica dell’ex primo ministro Benjamin Netanyahu, che oggi guida l’opposizione al governo Bennet.
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“Ora noi israeliani sappiamo quale gelato non comprare”, ha detto Netanyahu. Concetto che viene condiviso proprio dall’attuale premier, Naftali Bennet, che ha parlato di decisione “moralmente sbagliata” e ha etichettato Ben & Jerry’s come “gelato anti-israeliano”, annunciando conseguenze per Unilever.
Per il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid si tratterebbe invece di una “vergognosa capitolazione dell’antisemitismo”, come riporta “Il Giornale”.
Il movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds) plaude invece alla mossa del brand di gelati, ma chiede che il boicottaggio venga esteso “a tutto l’apartheid israeliano”.