Se la chiesa non riesce a separarsi da questioni ‘temporali’, molti fedeli saranno costretti a separarsi da lei: questo più o meno in sintesi il pensiero condensato dell’ultime azioni di Francesca Pascale che ha avviato le pratiche per lo sbattezzo, “perché c’è una chiesa che discrimina“.
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Prima della Pascale, prima dei molti indignati delle ingerenze della chiesa in affari non di competenza della chiesa, a predicare una separazione del potere spirituale da quello temporale era niente poco di meno che Gesù, un personaggio che dovrebbe essere noto al Vaticano, sebbene talvolta sia fruito in maniera ‘filtrata’.
“Diamo a Cesare quel che è di Cesare…” lo diceva Gesù, lo riportavano i Vangeli, eppure non è arrivato ai piani alti del Vaticano che ha espresso la sua opinione in merito al DDL Zan.
Tra i molti che hanno trovato l’intromissione fastidiosa, c’è Francesca Pascale, ex di Berlusconi, ex Forza Italia e tra un po’ ex cristiana cattolica.
In un’intervista a ‘Repubblica’, la Pascale ha espresso il suo parere in merito al DDL Zan e all’ostracismo politico (e non!) che sta incontrando prima di essere approvato.
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Sapevamo già che la Pascale ritiene che il disegno debba essere approvato senza nessuna modifica, specie senza nessuno di quei 1000 emendamenti presentati da Lega e Italia Viva; sapeva che la donna ritiene che molti rappresentati di Forza Italia la pensano come lei e che il partito debba lasciare libertà d’espressione ai suo parlamentari senza obbligare al ‘voto unico’, ma la sua risoluzione sulla chiesa cattolica è nuova e forse sconvolgente.
“Io ho iniziato le pratiche per sbattezzarmi. Sono credente, vorrei fosse chiaro. Ma accanto alla Chiesa apostolica, c’è un’altra parte che si divide tra omofobia e silenzio sulla pedofilia. Non mi piace una Chiesa che discrimina”.
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E ancora: “Lo sbattezzo è per me un atto nei confronti di quella Chiesa che dimentica il Vangelo e fa ingerenza politica. Il Vaticano dovrebbe fare una rivoluzione, se non vuole perdere fedeli”.
Perché nei vangeli non c’è scritta nessuna parola contro l’omosessualità o l’identità di genere, eppure c’è scritto “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”.
Per credere controllare Matteo 22,21, Marco 12,17, Luca 20,25.
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