La cerimonia inaugurale per le Olimpiadi 2020 a Tokyo è fissata a venerdì 23 luglio, quindi tra circa quattro giorni e già nella giornata di sabato 17 luglio è stato registrato il primo contagiato nel Villaggio olimpico, a cui si è aggiunto un altro contagiato nella giornata di ieri. Come è stato possibile che due atleti siano stati contagiati, in una struttura, che a detta dell’amministrazione giapponese, sarebbe inviolabile? Soprattutto a fronte delle misure di sicurezza e dei protocolli a cui si sono attenuti?
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A questo punto, dopo le due positività presenti nel Villaggio Olimpico e 14 casi di persone che sono comunque collegate ai Giochi Olimpici, il timore è che comunque la “bolla” creata dai giapponesi non sia così efficace come previsto all’inizio.
Il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ovvero Thomas Bach, ha fatto presente al Premier Suga, che l’85% degli atleti è immunizzato. Nella giornata di domani Thomas Bach assieme al Comitato si troveranno in assemblea, dove si discuterà delle varie questioni sicuramente anche relative al Covid. Inutile dire che comunque queste positività nel Villaggio Olimpico sono sicuramente un banco di prova circa la tenuta delle misure anti-Covid.
Thomas Bach dal canto suo fa sapere che “le positività riconducibili ai Giochi sono comunque molto marginali“, mentre il direttore dei Giochi Christopher Dubi, ha sottolineato come sia “inevitabile che ci siano dei casi“.
Per quanto riguarda le misure di prevenzione il Comitato Olimpico Internazionale dal mese di maggio ha fatto degli sforzi per attuare le vaccinazioni delle delegazioni, raggiungendo anche un accordo con Pfizer e BioNTech per allestire dei punti vaccinali in Qatar e Ruanda.
Tutto questo, assieme allo screening, alla limitazione dei contatti e l’isolamento dei positivi, rende probabilmente la popolazione olimpica quella più controllata.
Nella giornata di oggi invece la Federcalcio Sudafricana ha reso noto che i due positivi presenti nel Villaggio Olimpico fanno parte della Nazionale di calcio Under23 sudafricana e sono Thabiso Monyane e Kamohelo Mahlatsi. Al momento attuale sono in isolamento nella loro stanza dove gli vengono forniti i pasti, si alleneranno separatamente dagli altri e utilizzeranno un mezzo di trasporto diverso da quello degli altri atleti.
E se il presidente del CIO (r)assicura circa la marginalità dei casi di Covid riscontrati, in Giappone l’aria che si respira non è di grande fiducia (per usare un eufemismo): gran parte della popolazione giapponese è contraria allo svolgersi dei Giochi Olimpici e gli sponsor, temendo di essere associati ad un evento percepito negativamente dalla popolazione, hanno iniziato a far venir meno il loro appoggio: è il caso dell’azienda nipponica Toyota, che non trasmetterà i suoi spot ed il cui presidente non parteciperà alla cerimonia inaugurale.
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