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DDL Zan, dopo il suo coming out arriva il sostegno della senatrice forzista

Con il suo toccante intervento, la senatrice di Forza Italia Barbara Masini prende parola sul DDL Zan a pochi giorni dal suo coming out

Mentre infiamma un dibattito sterile e ricco di colpi bassi in senato sulla proposta di legge Zan contro l’omotransfobia e l’abilismo, c’è chi, sfidando la corrente maggioritaria del proprio partito, lascia tutti di stucco per la profondità della sua riflessione: è il caso della senatrice Barbara Masini, eletta in quota Forza Italia.

 

 

Il discorso commosso della Masini dopo il coming out

Un intervento accorato, commosso, che arriva proprio a pochi giorni di un ‘coming out’ inaspettato ai più. Durante i suoi discorsi inevitabili i riferimenti a quella che è la sua storia personale anche se, ci tiene a precisarlo, la presa di posizione a favore del DDL “è una questione di giustizia” e non di “posizionamento politico”.

Fra le vicende personali menzionate quella della madre, ed in particolar modo della paura di quest’ultima per l’incolumità fisica della figlia:

“Quando capì di me mia madre mi disse: “Ho paura per te”. Tutti i genitori hanno paura per i propri figli. Per il loro futuro, per la loro salute, per un incidente, per una casualità amara del destino. Ma non tutti sono costretti ad avere pura per una società immatura, che ritiene che tuo figlio o tua figlia possano o debbano essere un soggetto più vulnerabile per quello che è”, ha dichiarato la senatrice prima di rivolgersi a chi sta ostacolando l’approvazione del processo di legge con una toccante riflessione: “A voi tutti auguro di poter guardare negli occhi i vostri cari. Quelli di oggi e quelli di domani, e anche quelli che un domani saranno diversi dai vostri desideri. E poter dire loro, io nel mio piccolo ti ho protetto dalla paura”.

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Un discorso sicuramente non privo di commozione da parte della Masini che, tuttavia, ha voluto specificare di avere delle riserve sul disegno di legge in sé ma di sostenerlo comunque fermamente e di averlo voluto approvare così com’è.

Ma la Masini, come lei stessa ha dichiarato, non sarebbe in alcun modo l’unica forzista a sostegno del DDL Zan: “Alla Camera c’è stata un pattuglia di liberal forzisti, tra cui Elio Vito, che hanno votato a favore della legge Zan”, ha specificato.

La questione del coming out

L’appoggio in senato alla legge Zan arriva proprio pochi giorni dopo il coming out della senatrice che ha voluto rendere nota la relazione con la sua compagna.  

“Ho una compagna, ma non mi batto a favore del ddl Zan mossa da ragioni personali. La mia è una battaglia di giustizia e libertà. Non capisco perché un omosessuale non dovrebbe sentirsi rappresentato da un partito di destra e soprattutto da un partito liberale come Forza Italia”, ha dichiarato la Masini in un’intervista a La Repubblica.

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La questione del coming out è, da sempre, particolarmente spinosa, soprattutto laddove non si abbia contezza della differenza fra coming out e outing. 

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Da tempo, ormai, stanno entrando nel nostro vocabolario parole finalizzate a generare una maggiore inclusività o per rappresentare fenomeni legati alla sessualità e al genere. Fra questi il coming out, ossia una dichiarazione pubblica della propria omosessualità.

Il coming out è un atto estremamente complesso, tanto privato quanto legato alla sfera sociale, e per tale ragione molto difficile da fare per chi ricopre ruoli istituzionali soprattutto in partiti o nazioni con una tendenza politica non propriamente tollerante. 

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Un esempio è stato il coming out di Leite, governatore brasiliano nonché possibile candidato in vista delle presidenziali del 2022, in aperta sfida con l’attuale presidente Bolsonaro dichiaramente omofobo.

Sono gay. E sono un governatore che è gay, non un gay che è governatore. Proprio come Obama, negli Stati Uniti, non era un nero presidente, ma un presidente nero. E ne sono orgoglioso”, ha dichiarato Eduardo Leite, oggi 36 anni.

 

Martina De Marco

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