L’ACLU, assieme ad altri gruppi per i diritti dei diversamente abili, ha presentato una “memoria legale” a sostegno della battaglia intrapresa da Britney Spears per porre fine alla tutela legale da parte del padre
Non si ferma l’ondata di proteste in sostegno di Britney Spears, la popstar che dal 2008 si trova contro la sua volontà sotto tutela legale del padre. Dopo l’accorato discorso della pop star nel tribunale di Los Angeles l’interesse attorno al suo caso è aumentato, dando vita ad una mobilitazione internazionale nella quale hanno preso parte attivisti e associazioni per la tutela dei diritti.
Per maggiore chiarezza sull’accaduto rimandiamo all’articolo sottostante.
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La lotta delle associazioni per permettere a Britney di scegliersi un avvocato
Fra questi, in particolare, l’American Civil Liberties Union of Southern California ha presentato al tribunale di Los Angeles quella negli Stati Uniti viene definita come una “memoria legale” a sostegno dello sforzo messo in atto da Britney Spears per porre fine alla tutela legale del padre che va avanti dal 2008.
In questa memoria è stato posto in particolar modo in evidenza il fatto che la pop star non abbia la possibilità di scegliersi in modo autonomo un legale che la segua nel processo: “Britney Spears ha dichiarato che vuole scegliere il suo avvocato e che il tribunale dovrebbe rispettare questo suo desiderio”, – ha dichiarato Zoë Brennan-Krohn, legale dell’ACLU’s Disability Rights Project – “La corte dovrebbe garantire che la Spears abbia accesso agli strumenti di cui ha bisogno per fare questo percorso in modo significativo e per poter assumere qualcuno di cui si fida per poter difendere il suo conclamato obiettivo: venir fuori dallo status di tutela legale in cui si trova”.
L’avvocato si è poi appellato al sesto emendamento per ribadire ulteriormente come la Spears abbia tutto il sacro santo diritto di poter decidere lei, in prima persona e senza mediazioni, l’assistente legale che ritiene più idoneo ai fini di questa controversa battaglia, oramai non sono giuridica ma anche mediatica vista la risonanza ottenuta.
Il documento presentato dall’ACLU’s è stato sottoscritto da più di 24 gruppi gruppi per i diritti civili e dei diversamente abili, tra cui ‘Disability Rights California’, ‘Arc of the United States’ e ‘National Resource Center for Supported Decision-Making’.
La battaglia, tuttavia, è ancora lunga, ma la pressione mediatica e giuridica da parte di questi numerosi gruppi potrebbe velocizzare l’iter burocratico che dovrebbe portare, nella migliore delle ipotesi, ad una liberazione perlomeno parziale della cantante.