Il 12 luglio 1979 la Gran Bretagna, che possedeva diverse colonie nell’Oceano Pacifico, concesse l’indipendenza anche alle isole Kiribati, alla presenza della principessa Margaret, che proclamò la nascita della Repubblica delle Kiribati. In quel frangente venne eletto Presidente il 27enne Ieremia Tabai, già Primo Ministro. Nella sera del 12 luglio venne ammainata la Union Jack e issata la nuova bandiera, rappresentante una fregata che in un cielo rosso al tramonto sorvola le acque del Pacifico.
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Da quel 12 luglio sono trascorsi ormai 42 anni e le sfide che le isole Kiribati si trovano a dover fronteggiare sono davvero molte, soprattutto in merito al cambiamento climatico e alla preservazione culturale e linguistica. Infatti già nel 2013 l’allora Presidente Anote Tong, aveva posto l’accento sui problemi dell’innalzamento dei mari a seguito del surriscaldamento del globo. Tong aveva detto che le Kiribati avrebbero avuto ancora 20 anni di vita. Questo lo aveva fatto presente anche durante l’incontro avvenuto con Papa Francesco nel 2015.
Da allora le prospettive sembrano essere migliorate, infatti secondo alcuni le Kiribati avrebbero davanti a loro ancora 60 anni di vita, ma rimane comunque terribile pensare che delle isole così belle spariranno per sempre e con loro la tradizione culturale di un popolo pressoché sconosciuto, se non fosse per qualche studioso inglese che ha raccolto le tradizioni e la cultura del popolo gilbertese.
Lingua e identità culturale manterranno Kiribati orgogliosi della loro eredità
Proprio a causa del pericolo del cambiamento climatico e dell’innalzamento dei mari, nei prossimi anni gli abitanti di questo popolo saranno costretti a lasciare queste isole verso luoghi come le vicine Figi o Tuvalu. Così facendo lingua e tradizione di questo popolo andranno disperse, quindi il Ministro Aupito William Sio, ha deciso di celebrare la Settimana della lingua di Kiribati: “Nonostante le enormi sfide che Kiribati deve affrontare come nazione, la loro lingua e identità culturale li manterranno radicati e orgogliosi della loro eredità“.
Sarebbe bello conoscere di più questo popolo e le sue tradizioni, in modo che non possa mai scomparire, proprio perché un popolo vive attraverso la sua lingua e la sue tradizioni.