Sono passati quasi cinquant’anni dalla sua morte prematura, ma la star delle arti marziali continua a far parlare di sé con un segreto tenuto ben nascosto fino ad ora. Sono state ritrovate, infatti, in un piccolo mercatino delle pulci delle lettere scritte a mano da Bruce Lee e sua moglie, Linda Cowell, in cui si confermerebbe l’uso di droghe pesanti, come cocaina o LSD, da parte dell’attore più famoso di Hong Kong.
Le lettere ora finiranno all’asta a Hollywood, con una base di partenza di 160.000 dollari, ma più che le missive ora interessa capire se anche l’attacco epilettico che ha preceduto la morte avvenuta il 20 luglio 1973 sia collegato allo spropositato uso di droghe che gli costò la vita a soli 32 anni. Il destinatario del carteggio, più di quaranta lettere, dei coniugi Lee era l’attore statunitense Robert Baker che recitò insieme a Bruce in uno dei film più iconici del secolo scorso Dalla Cina con furore. Stando alle lettere, Baker avrebbe fornito almeno per cinque anni all’attore carichi costanti e pesanti di droghe e farmaci di vario genere.
Ma che Bruce Lee fosse dipendente dalla droga non era proprio un mistero grazie a Matthew Polly che nel 2018 aveva ben documentato l’uso di marijuana e hashish che servivano all’attore per alzare il livello di consapevolezza, per recitare al massimo delle sue potenzialità, ma forse non era solo la cannabis ad aiutare Lee ad entrare meglio nel personaggio. E quando Bruce era impegnato sul set, toccava a Linda richiedere altra droga “Non preoccuparti di Bruce, con la coca non sta esagerando”.
Non solo cocaina
Le lettere, però, non contengono solo richieste di partite di droga. Bruce Lee scriveva a Robert Baker anche per parlare della loro amicizia, i nuovi progetti per le loro carriere cinematografiche e dei suoi dolori alla schiena. Ma ci sono anche tentativi di redenzione. In una lettera datata 1970, la leggenda delle arti marziali ha anche provato a smettere di drogarsi “Ho detto a Linda di chiamarti per dimenticare la ‘roba’, perché non ne ho davvero più bisogno per il mio allenamento. Sento di aver “guadagnato” nell’averle provate, ma l’eccessiva indulgenza verso di loro semplicemente non può fare parte del mio cammino nel Jeet Kune Do”- libro che esprime la filosofia e i punti di vista delle arti marziali secondo l’attore, pubblicato poi postumo dalla moglie. Ma poi la ricaduta un anno prima del decesso. Bruce avrebbe chiesto all’amico Robert una grande quantità di cocaina per entrare, ancora una volta, meglio nel suo ultimo personaggio.