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Nazismo, addio a due sopravvissuti nei campi di concentramento: la loro storia incredibile

Lei l’ultima donna appartenente all’orchestra di Auschwitz, sopravvissuta ed attivista, lui partigiano, fra gli ultimi ex deportati nei campi nazisti nonché presidente onorario dell’Aned, che trovò la forza di confessare la sua esperienza dopo aver visto ‘La vita è bella’ di Benigni. Ci lasciano lo stesso giorno 

Due personaggi differenti, con età e storie differenti, ma collegati da un filo invisibile e fortissimo, quello della lotta al nazifascismo. Armando Gasiani, 94 anni, ci lascia da presidente onorario di Aned Bologna, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, lei una delle ultime donne ad aver suonato nell’orchestra di Auschwitz.

Entrambi, sopravvissuti dei campi di concentramento, due ex deportati che della loro storia hanno fatto tesoro, condividendo e sensibilizzando le nuove generazioni affinché l’orrore di quegli anni non si ripetesse mai più. Vediamo insieme le loro storie.

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Chi era Armando Gasiani, il partigiano sopravvissuto all’orrore nazista

Nato a Castello di Serravalle il 23 gennaio 1927, fin da giovanissimo Gasiani sentì il bisogno di partecipare alla lotta, unendosi a quella per la liberazione. Fu poi catturato dai nazifascisti e torturato prima di essere deportato a Bolzano nel campo di concentramento, prima di essere condotto l’1 gennaio 1945 in quello di Mauthausen, dove rimase fino al 6 maggio di quell’anno.

Un’esperienza indicibile, che tenne per sé per anni, fino a quando un evento del tutto casuale funse da detonatore, spingendolo a raccontare l’orrore vissuto. Nel 2004, durante un’intervista per il sito ‘Lager e deportazione’, Gasiani confessò che la pellicola ‘La vita è bella’ di Benigni gli aveva fornito “una via d’uscita”, come egli stesso dichiarò, ritrovando una forza interiore che gli permise non solo di condividere la sua esperienza, ma di metterla a disposizione dei più giovani conducendoli in prima persona in vari campi di concentramento.

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“Quella mi ha dato il benestare – raccontò il partigiano – perché ho detto: ‘Finalmente al mondo c’è uno che ha detto la verità senza provocare delle fratture’, anche i ragazzini possono ascoltare”.

Ad annunciare la sua scomparsa l‘Aned, l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, di cui Gasiani era presidente onorario.

Addio anche a Esther Bejarano, ultima fra le donne dell’orchestra di Auschwitz

Un giorno indubbiamente triste, questo, per la storia dell’antifascismo, antinazismo e antisemitismo, che perde fra le sue file una donna dal valore storico ed umano senza pari, Esther Bejarano. La Bejarano si è spenta ad Amburgo all’età di 97 anni. Anche lei presidente onorario dell’Associazione dei perseguitati dal regime nazista/Federazione degli Antifascisti, Esther Bejarano è stata salutata da il Centro di formazione e consulenza politica Anna Frank e il Comitato internazionale di Auschwitz.

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Ester Bejarano è sopravvissuta ad Auschwitz perché suonava la fisarmonica nell’orchestra del campo di concentramento. Ha dedicato la sua vita alla musica e alla lotta contro il razzismo e l’antisemitismo. Stanotte è morta all’età di 97 anni”, ha scritto su Twitter Meron Mendel, direttore del centro Anna Frank.


La Bejarano venne deportata nell’aprile del 1943 ad Auschwitz, quando aveva soli 18 anni. Venne inclusa all’interno dell’orchestra femminile all’interno del campo di sterminio che suonava dinanzi ai prigionieri che scendevano dai convogli o quando uscivano per lavorare. Fu lì che conobbe la violoncellista polacca Anita Lasker-Wallfisch.

Nel novembre di quell’anno venne trasferita nel campo di concentramento di Ravensbrück per fare lavori forzati, ma nel 1945 riuscì, fortunatamente, a fuggire. Purtroppo i suoi genitori e una delle quattro sorelle vennero trucidati dai nazisti. 

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La Bejarano nacque come Esther Loewy il 15 dicembre del 1924 a Saarlouis, una zona tedesca occupata successivamente dalla Francia alla fine del secondo conflitto mondiale, a seguito del quale si trasferì in Oriente prima di ritornare in Germania nel 1960.

Oltre ad incidere numerosi album, l’attivista si è distinta come testimone dell’Olocausto, sensibilizzando le giovani generazioni nelle scuole e organizzando convegni sul tema.

Martina De Marco

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