Regalo inaspettato per due novelli sposi, Alessandra Di Chio e Michele Prisciandaro: Al Bano Carrisi ha dilettato gli ospiti e gli sposi con la propria versione di ’Ave Maria’ di Gounod al momento delle firme.
Ma non tutti sembrano aver gradito la sorpresa.
Una gradita sorpresa (per tutti)
Andria Live racconta dell’inaspettata sorpresa del cantante di Cellino San Marco al matrimonio della coppia. L’ospitata era il regalo di un caro amico degli sposi, Antonio Ernesto, che voleva dedicare agli sposi un momento indimenticabile.
Gli sposi, Alessandra e Michele, sono stati molto emozionati della presenza del cantante, che hanno ringraziato profusamente. La notizia ha fatto il giro di Andria, tanto che l’artista ha incontrato pure la sindaca Giovanna Brno per parlare delle prossime iniziative, e soprattutto dei social, con il video che ovviamente è diventato virale.
Una voce stonata dal coro però è quella di monsignor Luigi Mansi, vescovo della diocesi di Andria, che forse è stato l’unico non entusiasta della sorpresa di nozze.
Tenere lo spettacolo lontano dalla spiritualità
All’uomo di chiesa non è andata giù la commistione troppo palese tra sacro e profano: “A nessuno è concesso di usare la liturgia come palcoscenico per organizzare esibizioni di artisti di qualunque natura. Sarebbe una grave offesa alla celebrazione e al luogo sacro“.
Il pensiero è stato affidato ad una nota della diocesi, che prosegue: “I sacerdoti hanno il compito di verificare il rispetto di tali norme, visto che gli organizzatori potrebbero anche non conoscerle, perché non si ripetano più episodi di questo genere”.
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Al Bano in chiesa allora è stato un unicum, un tentativo di apertura che ha avuto esito davvero negativo: “Aver tollerato, per buon senso, alcuni comportamenti che poi si son rivelati irrispettosi per il luogo sacro, per la santa liturgia e per la comunità cristiana non vuol dire aver fatto dei favoritismi, ma semplicemente aver evitato situazioni che potevano divenire grottesche”.
La missiva si conclude con una speranza, sotto forma di richiesta, rivolta a tutti i coinvolti: “Sposi, parenti e organizzatori, un comportamento consono alla cerimonia che resta un sacramento e non uno spettacolo. I sacerdoti sono esortati ad adoperarsi per far comprendere la specificità del momento liturgico”.
E gli artisti? “Se proprio si vuole gli artisti possono essere fatti esibire durante la festa nella sala ricevimenti”: monsignor Mansi è categorico!