Alcune settimane fa l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, aveva rivelato a “Chi l’ha visto?” di aver ricevuto una lettera anonima contenente dei particolari molto importanti per lo sviluppo delle indagini, ora l’avvocato ha deciso di svelare il contenuto di quella lettera. La stessa persona che aveva scritto a Frazzitta aveva anche scritto alla trasmissione della Sciarelli, specificando che “sono 17 anni che so dei fatti della bambina scomparsa Denise Pipitone e sono sicuro al cento per cento che è la realtà dei fatti“.
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Nonostante l’autore della missiva anonima sia rimasto tale, ovvero non si è mai presentato di persona come chiesto dal legale di Piera Maggio, la lettera è stata resa pubblica e contiene effettivamente degli elementi che comunque possono gettare luce sugli avvenimenti di quel 1° settembre 2004.
Le parole contenute nella lettera hanno un che di agghiacciante: “Era un’auto blu scuro con al lato guida il tunisino, il ragazzo di Gessica Polizzi. La bambina gridava forte, piangeva dicendo aiuto, ho sentito l’urlo, la bambina, come ho immaginato io era buttata dietro dalla signora che la teneva con i piedi oppure a fianco messa bassa, perché la bambina tanto che gridava aiuto e l’altra donna si è girata e le ha messo le mani sulla bocca per non farla urlare“.
Gaspare Ghaleb, ex-fidanzato di Jessica Pulizzi, interrogato per sei ore dalla Procura
Una descrizione agghiacciante, che chiama in causa stavolta un’altra persona, ovvero Gaspare Ghaleb, l’ex-fidanzato di Jessica Pulizzi, “il tunisino” come viene definito dall’anonimo. Proprio da questi ultimi sviluppi Ghaleb è stato interrogato per sei ore dalla Procura di Marsala, anche se recentemente l’uomo aveva parlato a “Quarto Grado” dove aveva chiarito che “io non centro niente con la sparizione di Denise. Mi stanno facendo passare per un mostro“.
Dopo gli ultimi sviluppi il legale di Gaspare Ghaleb comunque si è fatto avanti specificando che il suo assistito non è indagato, ma è stato necessario assisterlo durante l’interrogatorio in quanto l’uomo risultava già essere condannato per falsa testimonianza ai pm nella prima indagine circa la sparizione della bambina di Mazaro del Vallo.