L’Italia sta ancora piangendo la scomparsa di Raffaella Carrà, nel tentativo di rendere sempre eterna la sua eredità artistica e di grande respiro umano e socialmente impegnata. Eppure, nel coro del cordoglio si elevano stonate alcune voci che forse il progressismo della Carrà non l’hanno ben interiorizzato, il cui unico scopo della vita è avere ragione delle proprie personalissime e confutabilissime opinioni. Ecco quindi i ‘novax’ pronti a sfruttare la morte di un personaggio pubblico per portare acqua al loro mulino, facendoci sentire sempre più la frustrazione di Don Chisciotte.
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L’eco mediatica che hanno i personaggi pubblici talvolta è usata come cassa di risonanza per posizioni che non dovrebbero esistere nemmeno nel privato della propria camera da letto.
C’è stata prima la Ferragni, accusata di essere una marionetta nelle mani dei poteri forti, di BigPharma o di chiunque altro, accusata di essersi vaccinata per finta, per indurre i suoi fan a vaccinarsi e a farsi controllare con un fantomatico microchip.
Poi c’è stato Eriksen a cui i novax non hanno concesso il rispetto e il tatto che un problema cardiaco quasi esiziale meriterebbe, per rispetto al giocatore e ai cari che hanno rischiato di perderlo: secondo loro il malore sarebbe stato conseguenza di un vaccino, a cui il giocatore non si è nemmeno sottoposto, con tanto di nota ufficiale dell’Inter per placare la becera speculazione.
Adesso viene strumentalizzata la morte di Raffaella Carrà, ‘rea’ tempo addietro di aver promosso il vaccino anti-covid, “Quando toccherà a me lo farò sicuramente perché ho visto troppe persone, anche qualche amico, che ha sofferto tantissimo per combattere il Coronavirus”, e la cui morte di ieri sembra essere l’ennesima prova, inutile e mal contestualizzata, della spregevolezza del vaccino.
Così i Novax hanno ucciso nuovamente anche Aristotele.
L’unica testimonianza dell’ultimo periodo della Carrà l’abbiamo dal compagno Sergio Iapino, che non cita nemmeno il vaccino, ma sottolinea la dignità di una persona malata che non vuole dare preoccupazione. Così a ‘Novella2000‘: “Raffaella Carrà si è spenta dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Aveva 78 anni, ormai era magrissima, un lumicino che si è spento”.
Una malattia su ci c’è stato così riserbo, dovrebbe essere la normalità ma ormai è una notizia, che a ben pensarci nessuno ha le informazioni necessarie per dire se in effetti Raffaella Carrà si sia potuta vaccinare o meno. Ma una cosa è certo, a fronte dei milioni di persone vaccinate e che non sono morte, forse c’è più probabilità logica per dire che il vaccino non uccide, ma sicuramente non può rendere immortali. Chè il più famoso sillogismo di Aristotele iniziava: “Tutti gli uomini sono mortali…“
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