È stato trovato morto questa notte nella sua abitazione di Magognino, frazione di Stresa, Paolo Beldì, regista televisivo conosciuto soprattutto per la regia di ‘Quelli che il calcio’ su Rai 2, quando ancora c’era alla conduzione Fabio Fazio.
Aveva 66 anni e l’11 di questo mese avrebbe compiuto gli anni.
Stando alle prime ricostruzioni, era atteso per le 21 da un gruppo di amici al circolo Levo, non molto distante da casa sua. Non vedendolo arrivare e dopo una serie di chiamate senza risposta, gli amici hanno dato subito all’allarme al 118. Ma è stato troppo tardi, i paramedici hanno potuto constatare solo il decesso, forse avvenuto per un arresto cardiaco.
La carriera di Paolo Beldì
Figlio di Aldo Beldì, importante pubblicitario degli anni Sessanta in Italia, la carriera di Paolo inizia come speaker radiofonico su Radio Azzurra a Novara per poi fondare Onda Novara sempre alla fine degli anni Settanta. Esordisce in televisione, invece, come aiuto regista lavorando a stretto contatto con Enzo Tortora e Walter Chiari. Dopo qualche in Fininvest ed una proficua collaborazione con Antonio Ricci che lo lancia nel mondo del varietà con programmi come Lupo solitario e Matrjoska, Beldì passa definitivamente in Rai agli inizi degli anni Novanta.
Il suo programma di successo resta indubbiamente ‘Quelli che il calcio’, di cui è sia regista che ideatore dal 1993 al 2009 (e poi ancora nel 2011 e 2013); non lesina il tifo per la sua squadra del cuore, la Fiorentina, mandando sempre l’inno dei viola per ogni goal segnato.
È al timone anche della regia di tre edizioni del Festival di Sanremo, due per Fabio Fazio, stringendo il sodalizio iniziato proprio con la trasmissione calcistica, ed una per Giorgio Panariello.
Ma non solo regista, Paolo Beldì è stato pure uno scrittore. Ha scritto tre libri: Perché inquadri i piedi? (1996), Un Beldì vedremo…tutto viola (2010) e Due Beldì vedremo…tutto viola (2014).
Morte Paolo Beldì, il ricordo di Fabio Fazio e di Marino Bartoletti
Ad AdnKronos hanno ricordato Paolo Beldì due personaggi che hanno avuto modo di lavorare con il regista proprio a ‘Quelli che il calcio’: Fabio Fazio e Marino Bartoletti.
Quanti ricordi e quanta tristezza oggi. https://t.co/Iy1amBtl32
— Fabio Fazio (@fabfazio) July 3, 2021
Queste le parole di Fabio Fazio: “Era un uomo molto ironico ma anche molto solitario. Grande appassionato di musica e suonatore di chitarra: i Beatles in particolare erano la sua Bibbia e questo era un argomento che ci univa”.
Un sodalizio che lo portò (su idea di Beldì stesso) a collaborare con Baglioni, prima della separazione: “Naturalmente quando feci i miei primi Sanremo, Paolo era al mio fianco. Poi quando lasciai ‘Quelli che il calcio’ per dedicarmi al talk ci salutammo”.
Marino Bartoletti, dal canto suo, ha svelato un retroscena amaro:
“Fra i tanti che si vantano di aver ‘inventato’ la televisione, Paolo poteva affermarlo veramente. Nessuno ha avuto allo stesso tempo il suo talento, la sua originalità, la sua genialità e la sua lucida follia. La nostra ‘Quelli che il calcio’ non sarebbe mai stata la stessa senza di lui. Ultimamente ci sentivamo molto spesso e con pudore mi diceva: ‘In Rai mi hanno dimenticato’…“.