Mauro Tassotti sta vivendo da protagonista in seconda il buon europeo dell’Ucraina: conoscete il dramma vissuto dall’ex Milan?
Tra i vari italiani protagonisti di questo Euro 2020, c’è anche Mauro Tassotti vice allenatore di Shevchenko nella sorprendete Ucraina che ha battuto agli ottavi la Svezia e ora si gioca un posto in semifinale contro l’Inghilterra. I favori del pronostico sono tutti per la nazionale dei Tre Leoni, ma questo Europeo ci ha insegnato che partire favoriti non è sufficiente per passare un turno (qualcuno ha detto Francia?).
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Insomma Mauro è pronto a lasciare un segno nella storia della nazionale est europea, impiego accettato solo dopo che Andrji Shevchenko lo ha coinvolto nel progetto, spiegandogli come la sua attenzione per la tattica sarebbe stata fondamentale per ricostruire una nazionale che dopo l’addio dell’ex pallone d’oro ha vissuto un periodo buio. Lui è l’uomo nell’ombra di questa nazionale, come lo è stato nel Milan di Cesare Maldini, in quello di Carlo Ancelotti e successivamente di Leonardo e Filippo Inzaghi. Un ruolo, quello da gregario, che Mauro Tassotti ha avuto da calciatore e che ha accettato di buon grado anche da tecnico.
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Mauro Tassotti, la carriera da calciatore e il dramma del 1997
Nato a Roma il 19 gennaio del 1960, Mauro Tassotti è cresciuto calcisticamente nella Lazio, squadra in cui ha debuttato tra i professionisti prima di trasferirsi al Milan nell’estate del 1980. Si trattò della decisione giusta: dopo due anni in Serie B, il Milan è tornato nella massima serie ed ha costruito il gruppo che a partire dal 1987 avrebbe dominato in Italia e in Europa. Con i rossoneri ha vinto 5 scudetti, 4 supercoppe italiane, 3 Champions League, 3 Supercoppe Uefa e 2 Coppe Intercontinentali. Mauro avrebbe potuto concludere il cerchio delle vittorie in Nazionale, visto che faceva parte della spedizione del 1994 che perse la finale contro il Brasile.
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Grazie a quei successi e ad una continuità di rendimento che lo rendeva indispensabile agli allenatori del Milan, Tassotti continuò a fare parte del Milan fino ai 37 anni. Era il 1997 quando annunciò il ritiro, un anno per lui davvero difficile a livello personale per via della drammatica morte della moglie Antonella Peraboni. I due si erano sposati nel 1986 e la loro vita di coppia era stata arricchita dall’arrivo dei figli Niccolò e Lucrezia. Purtroppo, però, Antonella si è ammalata di cancro e la sua battaglia contro quel male si è conclusa nel modo più tragico nel 1997, quando la donna aveva appena 32 anni.