L’incubo covid sembra non avere fine. Il nuovo capitolo della saga si chiama variante Delta e sembra non far dormire sogni tranquilli né ai cittadini né ai virologi. Andrea Crisanti avvisa: “Si diffonde con frequenza allarmante tra chi si è vaccinato con una dose”.
Andrea Crisanti ha impersonato durante questi mesi di pandemia il virologo più intransigente, forse quello più pessimista e anche ora riconferma la sua inclinazione, in occasione della diffusione della variante Delta: “Ci dobbiamo abituare ad adattare regole e comportamenti all’evoluzione del virus. Questa variante Delta è stata una sorpresa per tutti, non solo è altamente trasmissibile ma infetta con frequenza allarmante anche le persone che hanno fatto una sola dose di vaccino. Questa novità ci deve far riflettere sul Green Pass“.
Ovvero tutti i progressi che sembravamo aver fatto sono fugaci illusioni e l’allerta deve tornare ad essere alta. Secondo il virologo è possibile responsabilizzare il comportamento degli italiani solo davanti ad un motivo concreto, che deve essere spiegato, senza correre il rischio del pressapochismo: “Non possiamo attribuire agli italiani nessuna colpa, se il messaggio è quello che non c’è più pericolo, che diventa tutta zona bianca, non ci possiamo lamentare se prendono treni o autobus affollati o vanno in vacanza”.
Come al solito a dover intervenire, imporre, guidare, è la politica, una politica che non sempre sembra aver ascoltato la scienza: “La battaglia a questo punto è assolutamente politica, sulle regole che i politici prendono, bisogna chiedere a loro cosa succederà. Se consentono al virus di diffondersi e emergono varianti resistenti al vaccino qualcuno la responsabilità se la dovrà pur prendere”.
La variante Delta è molto insidiosa e per contrastarla sembra essere tardi anche per le zone rosse ad hoc: “è troppo poco e troppo tardi, si doveva impostare una cosa del genere un mese fa, quando c’erano i primi casi. Con il 20-25% di casi di variante Delta sparsi per l’Italia non riesco a immaginare come si possa fare”.
L’unica nostra arma contro la variante Delta sembra essere proprio il caldo torrido che sta attanagliando la penisola e che ritarda, ritarda non esclude!, la diffusione del virus.
Ecco un po’ di dati per aver maggior contezza del pericolo che sta incubando nel seno del nostro paese.
Dall’Alto Adige alla Sicilia, per tutta la nostra penisola, sono sparsi piccoli focolai di variante Delta, eccetto in tre regioni: Basilicata, Valle d‘Aosta e Toscana.
Se Liguria e Piemonte contano solo rispettivamente 6 e 8 casi, la situazione è più problematica in Lombardia, dove il contagio della nuova variante è arrivato al 6% del totale.
Altra situazione critica in Campania, con il 25% di contagi riferitisi alla nuova variante. Nelle altre regioni la situazione è ancora sotto controllo e i governatori si stanno premurando di sequenziare ogni tampone positivo, ma per Crisanti ancora non è abbastanza: “La creazione di zone rosse è troppo tardiva, con la nostra capacità di sequenziamento e intercettazione delle varianti la vedo difficile“.
La variante Delta è esplosa in India causando una situazione drammatica, tra roghi abbozzati per strada e ospedali al collasso, eppure interessa anche altri Stati.
La Gran Bretagna, che sembrava aver risolto con la vaccinazione di massa, sta ritardando le aperture, mentre Israele ha rimesso l’obbligo di mascherine all’aperto levato a inizio maggio.
Anche l’Australia non è immune alla nuova variante e Sidney ha indetto un lockdown di due settimane.
La Russia per il secondo giorno consecutivo arriva a quota 124 morti, nonostante l’obbligo di vaccinarsi imposto da Mosca.
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