Domenica di lutto, quella del 20 Giugno 2021: Orlando Merenda, giovane torinese di appena 18 anni, si è buttato sotto un treno tra le stazioni Lingotto e Moncalieri, intorno alle 14.30. Tra le ipotesi avanzate per spiegare il suicidio omofobia e bullismo.
Omofobia, ecco perché non è un’opinione
Pranzo con papà e il fratello Mario e poi direzione stazione. Orlando Merenda alle 14.30 di domenica 20 Giugno si è buttato improvvisamente sotto un treno.
La morte di Orlando Merenda arriva improvvisa eppure ‘sospettata’, perché sospetta. Il giovane non ha lasciato parole scritte per spiegare il gesto estremo, ma i commenti sotto i suoi post instagram sono molto sospettosi, tra insulti e incitamenti di morte ai gay, o peggio festeggiamenti per la sua scomparsa: “morte ai gay”.
Non il primo scambio di ‘vedute’ sui social: tempo prima il giovane aveva scritto un post probabilmente indirizzato agli odiatori, da tastiera e no, il cui disprezzo lo stava corrodendo dentro: “Il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta“.
I famigliari, che cercano giustizia
Anche il fratello sente di non aver una risposta a quanto accaduto e se possa esserci stato un evento scatenante: “Mi aveva confessato di aver paura di alcune persone. Non mi ha spiegato chi fossero, non ha fatto nomi. Era preoccupato. Diceva che mettevano in dubbio la sua omosessualità”.
Mario, il nome del fratello, racconta però il trattamento che gente inqualificabili riservava al ragazzo suicida: “Lo prendevano in giro perché era omosessuale“, tesi sostenuta anche da alcuni amici.
Adesso i genitori chiedono una giustizia, che non riporterà indietro il figlio, ma si spera punisca chiunque possa essere stato in grado di far sentire sbagliato un ragazzo per il suo orientamento sessuale: “Adesso ho un compito. Trovare i colpevoli e non mi darò pace… Finché non uscirà la verità…Troveremo giustizia”, dice la mamma guerriera e agguerrita.