Dopo essere stata ascoltata in tribunale in un’udienza a porte aperte, Britney Spears ritorna alla carica per chiedere la fine della tutela legale dal padre che da 13 anni ha il diritto assoluto sulla sua vita, sia privata che economica. Per capire cosa realmente sta accadendo ma, soprattutto, cosa accadrà dopo aver formalizzato la richiesta, bisogna fare chiarezza dal punto di vista legale
Dall’America all’Europa, dalle piazze ai social, risuona come una eco risuona il grido #freebritney. E’ lo slogan lanciato dai fan di Britney Spears sulla scorta della richiesta urlata a gran voce dalla star davanti ai giudici di Los Angeles: “Rivoglio la mia vita”.
La cantante, infatti, durante un’udienza legale svoltasi lo scorso mercoledì, ha richiesto che venga interrotta da tutela legale da parte del padre che, da 13 anni, amministra non solo le sue finanze ma decide per la sua vita. Per comprendere a fondo come sia nata questa complessa vicenda ma, soprattutto, come potrebbe articolarsi, essa va analizzata da un punto di vista legale.
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Era il 2008 quando Britney, fortemente sotto pressione per la vita lavorativa e per le ingerenze nella sua vita privata, iniziò a manifestare alcune problematiche di salute mentale. Furono proprio le preoccupazioni per quella situazione che spinsero il padre, Jamie Spears, a presentare una petizione in tribunale al fine di ottenere l’autorità legale sulla vita della figlia.
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Sono passati 13 anni, da quel 2008, e oggi Britney Spears di anni ne ha 49. I fan più attenti sanno quanto la cantante abbia sofferto nel corso di questi anni della mancanza di libertà: dai tour imposti con la forza fino ad arrivare a costrizioni private più gravi, come quella del controllo delle nascite per non poter avere figli e il divieto categorico di sposarsi con il suo fidanzato, l’attore Sam Asghari.
Ed è proprio arrivando al culmine delle sofferenze che mercoledì in tribunale la Spears ha letto una dichiarazione chiedendo che l’accordo della tutela legale venga recesso: “Sono stata scioccata. Sono traumatizzata”, ha detto nel toccante discorso durato 23 minuti. “Voglio solo la mia vita indietro.”
Il padre, in risposta anche agli attacchi che stanno provenendo nei suoi confronti non solo dalla figlia ma anche da vari personaggi del mondo dello spettacolo oltre che, ovviamente, dai fan della cantante, ha risposto che le decisioni prese in questi anni sono state fatte esclusivamente a vantaggio della figlia, avendo esclusivamente a cuore i suoi interessi.
Resta tuttavia da chiarire le possibilità che Britney riesca in questa battaglia, e quali potrebbero essere le possibili ipotesi e i possibili risvolti qualora si recidesse davvero l’accordo con il padre.
Va specificato, anzitutto, che una richiesta formale non è stata ancora presentata, e che il discorso di Britney era, in qualche modo, anticipatorio della richiesta che formulerà attraverso i suoi avvocati.
Per fare chiarezza sulla vicenda ci siamo rifatti alle dichiarazioni rilasciate da due avvocati esperti in materia di diritto famigliare alla BBC: Alexander Ripps di Bohm Wildish & Matsen e Christopher Melcher di Walzer Melcher.
“Pur riconoscendo di avere ancora problemi da risolvere, ora ha presentato direttamente al tribunale la sua opposizione alla tutela. L’asticella della tutela è destinata ad essere molto alta; e se Britney può dimostrare che le sue condizioni mentali sono migliorate da quando è stata istituita la tutela, il tribunale dovrebbe rivalutare la necessità della tutela“, ha dichiarato Ripps.
Il prossimo passo da fare, a detta dei due legali, è anzitutto quello di formalizzare per iscritto la richiesta della fine della tutela, petizione nella quale la cantante dovrebbe dimostrare che non sussistano più le motivazioni dell’esistenza di un tutore legale nella sua vita.
Tuttavia, come chiarito dai due avvocati, la cantante si è rifiutata di sottoporsi ad una valutazione psichica da parte del tribunale, e questa, in realtà, potrebbe rivelarsi una mossa sfavorevole nei suoi confronti, seppur eticamente giusta.
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In tal senso la Spears ha dichiarato di aver analizzato dei casi nei quali la tutela è stata rimossa pur senza una valutazione di tipo psicologico, e a riguardo l’avvocato Melcher ha risposto:
“La corte non è tenuta ad averne uno”, aggiungendo poi quello che è il suo parere a riguardo: “Per me, mettere un adulto sotto tutela è una misura estrema. Questa decisione sta togliendo la libertà a una persona di prendere decisioni che normalmente un adulto prenderebbe da solo. Non dovremmo farlo per qualcuno a meno che non sia gravemente disabile – disabile dello sviluppo, incapace di prendersi cura di se stesso o di resistere a un’influenza indebita”.
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In fondo, è quello che pensano un po’ tutti i suoi sostenitori. E l’atteggiamento di stigmatizzazione nei confronti della sua salute mentale a partire dal 2008, quando la cantante si scagliò contro i giornalisti dopo essersi rasato i capelli, non fa altro che peggiorare la situazione. Come ha chiarito la Dottoressa Stefania Calapai all’Huffington post, i disturbi psichiatrici sono ancora accompagnati da un profondo stigma, e questo, in sostanza, e perché non si conoscono, nonostante affliggano, oramai, larga parte della popolazione.
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