La campagna vaccinale, nonostante dubbi e scetticismi vari, sta proseguendo a spron battuto, tanto che a quanto sembra proprio sulla base di questi dati il Cts abbia deciso di anticipare l’abolizione delle mascherine all’aperto di due settimane. Però c’è qualcuno che ancora dice che dal punto di vista della campagna vaccinale si sta facendo poco e che c’è il rischio soprattutto per coloro che spinti da scetticismi vari non provvedono alla vaccinazione.
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Gli attacchi arrivano dai due virologi, che da inizio pandemia occupano sempre di più i salotti della tv, ovvero Matteo Bassetti e Roberto Burioni. Il primo si è presentato in tv all’Aria che tira di La7 parlando inizialmente in merito all’importanza della vaccinazione, per poi spostarsi con tono più critico contro i giovani.
Il conduttore ha imbeccato Bassetti su che cosa intendesse con “giovani” e l’infettivologo ha commentato: “Intendo dire che noi ieri abbiamo ricoverato un giovane di 27 anni, quella è la fascia“. Ma la cosa che più di tutte ha dato parecchio a vedere è stato il suo attacco stizzito contro chi ancora non si è vaccinato: “Noi glielo avevamo detto, gliel’avevamo detto che fa bene, quindi si arrangino“.
Burioni attacca Montesano: “Ce lo ritroviamo in ospedale con Gianni Rivera”
Su questa frase si potrebbe commentare a lungo, infatti detta da un medico potrebbe risultare anche offensiva ben sapendo che l’attuale vaccino sperimentale non è obbligatorio. Ma qui si aprirebbe una parentesi troppo lunga.
Sulla stessa riga di Bassetti è intervenuto anche il virologo Burioni, che si lasciato andare ad un attacco contro Enrico Montesano con un tweet, che ha commentato una sua dichiarazione affermando: “Questo ce lo ritroviamo in ospedale insieme a Gianni Rivera a spese nostre”.
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Insomma, anche Burioni non ha esitato un minuto a sparare a zero contro chi giustamente o ingiustamente che sia, esprime qualche scetticismo contro il vaccino (anche se, nel caso di Montesano, si va un po’ più in là del semplice scetticismo).
Forse anziché dilettarsi con commenti su Twitter, comparsate in tv o nei salotti mondani alla D’Urso sarebbe meglio limitarsi alla cura dei malati, come riportato bene dall’ormai bistrattato “giuramento di Ippocrate“.
Anche peché – a giudicare dai post sui social (per quanto poco valgano hanno sicuramente un peso nell’intendere l’idem sentire) – l’apprezzamento verso questi commenti sferzanti sembra sempre minore.