Scopriamo chi è Ruggiero Potito, il 13enne pugliese che da due anni porta avanti la sua battaglia contro il cambiamento climatico da solo.
Nel 2019 il messaggio portato avanti da Greta Thunberg sulla necessità di contrastare il cambiamento climatico per salvaguardare l’ambiente è diventato un fenomeno di massa. L’adolescente svedese aveva cominciato a manifestare da sola il 20 agosto del 2018 (a 15 anni) davanti al Parlamento svedese ed ha continuato a farlo ogni venerdì finché il suo messaggio non ha valicato i confini della Svezia ed è diventato virale nel mondo.
Nel 2019 il venerdì è diventato anche il giorno dei ‘Global Strike for Future‘, ovvero eventi globali in cui i ragazzi appartenenti alla generazione Z scendevano in ogni piazza del mondo per manifestare in difesa dell’ambiente. Era il 27 settembre del 2019, quando in occasione del terzo evento globale, Ruggiero Potito decideva di non andare a scuola per manifestare davanti al comune di Stornarella (Foggia) con un cartello sul quale si leggeva ‘I Keep an eye on you’ (Vi tengo d’occhio).
Chi è Ruggiero Potito: il 13enne italiano che segue le orme di Greta Thunberg
Quel giorno era da solo ed il sindaco del suo paese, vedendolo, decise di scendere in strada e chiedergli cosa ci facesse lì. Il ragazzino gli ha spiegato: “Non volevo che il mio messaggio rimanesse chiuso tra quelle mura, poiché credo che anche le grandi battaglie abbiano bisogno di piccole azioni come quella che stavo facendo”. Da quel giorno Ruggiero non ha mai smesso di lottare per l’ambiente e sensibilizzare l’opinione di coetanei e compaesani sull’importanza della tematica ambientale.
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Nel suo piccolo tiene pulite le strade raccogliendo plastica e cartacce. Quotidianamente parla di tematiche ambientali con i coetanei su rubriche radiofoniche del social network ‘RadioImmaginaria‘, oltre ad organizzare un cineforum estivo nel cortile di casa il cui biglietto d’ingresso sono bottiglie di plastica. Di recente si è preso il diploma di terza media con la tesina “Cibo come cambiamento”.
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Intervistato da ‘La Stampa‘, il giovane ha spiegato: “Gli adulti hanno esperienza, risorse e occupano le posizioni in cui vengono prese le decisioni. Ma i ragazzi, che spesso sono più sensibili alle tematiche ecologiste, possono vedere le situazioni sbagliate e sollevare le criticità”. A suo avviso solo la collaborazione tra adulti e giovani può cambiare il mondo: “Unendo queste due competenze sicuramente si potrebbero cambiare le cose. Noi possiamo aiutare gli adulti, loro devono però darci la possibilità di essere ascoltati e coinvolti. Se questi due mondi non si parlano e non comunicano non si andrà da nessuna parte”.