Dopo 40 giorni di coma la donna, una 51enne di Tortolì, ha ricevuto la tragica notizia sul figlio, morto per difenderla dalle coltellate dell’ex compagno di origini pakistane
Dopo 40 giorni di coma indotto farmacologicamente, Paola Piras si è risvegliata, ma ad attenderla, purtroppo, la peggiore notizia che un genitore possa ricevere. La donna, una 51enne di Tortolì,in Sardegna, la mattina dello scorso 11 maggio era stata aggredita dall’ex compagno, un uomo di origini pakistane, che l’aveva colpita con ben 18 coltellate.
Nel caos della tragedia che si stava consumando, a frapporsi fra lei e l’aggressore è stato il figlio 19enne Mirko che, nel tentativo di difendere la madre dalle coltellate, ha perso la vita.
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Come riportato da Skytg24 e dall’ANSA, il risveglio della donna è dunque ufficiale, come notificato dai dirigenti della ASL di Lanusei, dove la donna era ricoverata. La Piras sta attualmente attraversando un delicatissimo processo di guarigione, anche se dall’ospedale arrivano notizie abbastanza positive in tal senso.
Ciò che tuttavia strugge il cuore di tutti è il fatto che la madre, in realtà, non sia a conoscenza di quanto accaduto durante quella fatale aggressione. La donna, infatti, non appena risvegliatasi ha subito chiesto del figlio, con quell’istinto che, nonostante il coma, solo un genitore può avere.
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Il personale sanitario dell’ospedale di Santa Maria della Mercede hanno deciso di temporeggiare per darle la notizia. La donna, infatti, fortunatamente respira in modo autonomo, ma la notizia potrebbe far sprofondare le sue delicatissime condizioni di salute e compromettere definitivamente il processo di guarigione.
Per dare la notizia l’ospedale ha già provveduto a mettere sù un’equipe di psicologi che possano affiancare la donna nel momento in cui verrà a conoscenza della verità che, come è facile immaginare, potrebbe definitivamente sconvolgerla.
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Paola Piras ha aperto gli occhi proprio nello stesso giorno in cui l’istituto alberghiero Ianas, quello che il figlio Mirko frequentava prima del decesso, ha deciso di conferire a Mirko un diploma di maturità postumo. La commissione ha voluto premiare il coraggio di quel giovane eroe, morto per difendere la sua mamma, conferendogli in punteggio di cento: “Perché avere salvato la vita della madre quanto può valere se non il massimo?“, è stato dichiarato durante la cerimonia di conferimento del titolo a cui hanno presenziato, oltre ai compagni di classe, la zia del ragazzo e il fratello di lui.
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