L’improvviso divorzio dalla Fiorentina per divergenze sul mercato sembrava spingere Gennaro Gattuso verso la panchina del Tottenham.
Come noto, da settimane gli Spurs sono alla ricerca dell’allenatore per la stagione 2021-2022. Dopo che i colloqui con Antonio Conte e Paulo Fonseca non sono andati per il verso giusto, l’inattesa separazione tra Ringhio e i viola sembrava essere un assist perfetto per far approdare l’ex coach di Napoli e Milan sulla panchina del Tottenham.
Invece, contrariamente a quanto emerso nelle ultime ore, non sarà Gattuso ad allenare gli Spurs. Il presidente Daniel Levy ha optato per il passo indietro, probabilmente convinto dai tantissimi tifosi che non vogliono assolutamente Ringhio sulla loro panchina.
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I fan degli Spurs sostengono infatti che Gattuso sia “razzista, misogino, omofobo e violento”. D’altronde, nessuno può dimenticare quanto accaduto in una gara di Champions League del 2011 tra Milan e Tottenham, quando proprio il rossonero Gattuso – all’epoca ancora in attività – prese per il collo l’allenatore in seconda degli inglesi, Joe Jordan.
Il no alle donne nel calcio e ai matrimoni gay tra i motivi del rifiuto
Un altro episodio che non va proprio giù ai tifosi del Tottenham è quello relativo alla richiesta fatta da Silvio Berlusconi ad Adriano Galliani di dividere i compiti con la figlia del Cavaliere, Barbara.
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“Per qualcuno come Galliani dovrebbe esserci più rispetto. Non riesco a vedere davvero le donne nel calcio. Non mi piace dirlo ma è così”, aveva detto Gattuso.
Infine, Ringhio viene definito razzista per non aver apertamente condannato le discriminazioni nei confronti di Boateng: “Quante volte abbiamo sentito dei boo contro i giocatori bianchi? È successo anche a me, ma non ho dato importanza – disse l’allenatore calabrese – Boateng si è di certo sentito offeso, ma continuo a non vedere del razzismo. Si tratta solo dell’ultimo gesto di una minoranza di idioti”.
In ultimo, nel 2008 Gattuso espresse il suo disappunto per i matrimoni tra persone dello stesso sesso: “Il matrimonio in Chiesa deve essere tra uomo e donna”.