Era il 10 giugno 1981 quando in una piccola frazione di campagna vicino a Frascati, situata lungo la via di Vermicino, che collega Roma sud a Frascati nord, un bambino cadde in un pozzo ad una profondità di circa 60 metri.
Il piccolo era Alfredo Rampi, per tutti da lì in poi noto come Alfredino, e l’epilogo fu drammatico con la morte del piccolo di appena 6 anni: anche a causa di una pessima organizzazione i soccorsi non riuscirono ad evitare la tragedia e tutt’ora si parla dell’Incidente di Vermicino perché portò alla nascita della Protezione Civile e perché rappresentò la prima diretta non stop nella storia della televisione italiana (con le ultime 18 ore del dramma trasmesse dalla Rai).
A 40 anni di distanza, s’è sfiorata una tragedia analoga.
A Roma, stavolta, un bimbo di tre anni è caduto in un pozzo di raccolta delle acque piovane profondo 5 metri e largo appena 50 centimetri, nell’area di un cantiere in zona Mattia Battistini.
Stavolta però i soccorsi sono stati assolutamente irreprensibili: in meno di un’ora i Vigili del Fuoco hanno recuperato il bimbo, ritrovato in buone condizioni e cosciente ma portato al Gemelli in prognosi riservata per accertamenti.
L’incidente è avvenuto intorno alle 11 e i carabinieri della stazione Montespaccato e della compagnia Trastevere stanno indagando per capire come il bimbo sia arrivato all’interno del cantiere e come sia poi precipitato nella buca: secondo le prime ipotesi, quella che l’area del cantiere non fosse recintata in maniera adeguata.
? Bambino di 6 anni caduto in un tombino profondo 5 metri salvato dai #vigilidelfuoco. L’intervento a #Roma in via Stefano Borgia, il piccolo era finito nel condotto in un'area di cantiere [#12giugno 11:20] pic.twitter.com/iXoZxgqdaj
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) June 12, 2021