Minacciato di morte dalla mafia per essersi battuto contro le scarcerazioni dei boss.
In un’intervista rilasciata al settimanale Oggi, Massimo Giletti ha rivelato cosa si prova a vivere sotto scorta. Una situazione che riguarda il noto conduttore televisivo da un anno, diventata necessaria per le minacce di morte ricevute dalla mafia.
“È un’esperienza che ti cambia dentro. E non in meglio. Non è paura. È una sensazione di malessere più sottile – afferma Giletti – Mi addolora la quasi totale mancanza di solidarietà che ho avvertito intorno a me”.
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Il conduttore si è detto poi indignato per aver dovuto scoprire dai giornali “di essere finito nel mirino dei clan per la mia battaglia contro le scarcerazioni dei boss”.
Il volto noto della TV si sofferma poi sullo Speciale andato in onda ieri sera su La7, dedicato alla delicatissima questione della trattativa Stato-Mafia. Giletti parla di un viaggio “da brividi”, in quei luoghi dove ancora troppe verità “sono nascoste”.
Giletti: “Supplicare non appartiene al mio DNA”
Giletti ha poi scelto di intervenire per smentire una voce che stava circolando con insistenza sul web su una sua presunta richiesta di apparizione nel programma “Otto e Mezzo”, condotto da Lilli Gruber su La7.
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Stando alla ricostruzione dei fatti emersa online, la Gruber avrebbe negato il consenso all’ospitata di Giletti perché “troppo di destra”. Il noto conduttore non sarebbe riuscito a trovare appoggio nemmeno da Floris, che gli avrebbe ricordato di avere già un proprio programma.
Secondo Giletti si tratta di racconti totalmente inventati. “Il verbo supplicare, per mia fortuna, non appartiene al mio Dna – si legge in una nota ANSA – Quindi non ho mai potuto supplicare qualcuno per essere ospitato in un programma”.