Yara Gambirasio è scomparsa il 26 novembre 2010 e quando il suo corpo è stato ritrovato, l’unico indiziato è stato Massimo Giuseppe Bossetti. L’ex muratore è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della giovane, ma anche dopo 11 anni, non si arrende: vuole a tutti i costi dimostrare la sua innocenza.
Negli scorsi giorni si è tornato a parlare dell’omicidio, diventato a suo tempo un caso mediatico importante. Il motivo di ciò è proprio che Bossetti ha chiesto che fosse analizzato nuovamente il DNA trovato sul corpo della vittima. Eppure, dopo la terza volta che la Cassazione aveva accettato il ricorso, adesso la Corte d’Assise di Bergamo non vuole andare oltre con l’analisi dei reperti.
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Un rifiuto nei confronti di Bossetti, quindi.
L’uomo si è così sfogato con la trasmissione Iceberg – in onda su Telelombardia: “Mi sento non considerato, ignorato e calpestato“, ha detto. “Vorrei tanto che qualcuno si interfacciasse e mi spiegasse come io mi possa difendere se non mi vengono date le giuste cause per poterlo fare, a maggior ragione chiudendomi sempre più tutte le possibili porte”.
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“In tutto questo tempo non ho mai preteso né voluto essere assolto, ma ho sempre a gran voce gridato a tutti che mi venisse data la ripetizione di quel benedetto esame scientifico“, ha aggiunto. “Affinché con certezza assoluta io possa garantire l’esatto contrario di quanto vergognosamente continuano a volermi ingiustamente attribuire”.
L’ex muratore ha quindi attaccato la giustizia italiana: “Questa giustizia non solo mi ha completamente rovinato la vita, ma mi ha pure strappato e portato via quasi tutto di caro mi tenevo al mio fianco, E’ come se mi trovassi in cima sull’orlo di un precipizio che non mi da nessuna certezza su quale strada io debba imboccare nel percorrere per evitare questa mia lunga agonia ma soprattutto per togliere le sofferenze dei miei cari”.
Per poi concludere, sconsolato: “Nonostante tutto dovendo assorbire colpo su colpo, continuo con la speranza che mi venga concessa la ripetizione di un esame scientifico. Non è mia intenzione nel volermi arrendere, ne desistere un solo attimo, gridando con tutto il fiato che ancora mi rimane. Per la semplice ragione che in me sussiste la consapevolezza di essere innocente”.
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