Le parole sfuggite al magistrato facente parte della commissione dell’esame di Stato per l’avvocatura a Lecce hanno creato un caos mediatico.
Gli esami sono sempre momenti di grande tensione. La sola idea che il proprio valore ed il proprio sforzo vengano giudicati con una singola prova in un dato limite di tempo è stressante di suo, per di più se quest’esame che state affrontando è cruciale per il vostro futuro professionale e personale. Si può solo immaginare la tensione che hanno provato 40 aspiranti avvocati bresciani che venerdì mattina si sono collegati alla piattaforma Teams allo scopo di affrontare la prova in collegamento con la commissione composta da due avvocati (di cui uno presidente) e un magistrato, tutti e tre appartenenti alla sottocommissione di Lecce e alla Corte d’Appello del capoluogo pugliese.
La tensione è diventata rabbia e frustrazione quando al giudice della sottocommissione è sfuggita una frase quando il microfono era ancora aperto. Pare che questo abbia detto: “Quanti ne avete promossi finora? Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi”. Fino a quel momento erano stati promossi due candidati ed un terzo era sotto esame da parte dei tre. Alla fine il terzo in questione è stato portato avanti con un 18 perché i due avvocati si sono imputanti. La frase non è sfuggita però all’attenzione dei 40 esaminati e ben presto è diventata virale sul web, in particolar modo su Instagram dove lo scivolone del magistrato ha generato un putiferio.
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Esame di stato per l’avvocatura: tra indagini e interrogazioni parlamentari, l’esame va rifatto?
Sulla questione sta già indagando il Ministero della Giustizia ed il Presidente della Corte d’Appello di Brescia, Claudio Castelli, ha già concordato con l’ordine degli avvocati della città lombarda e con il suo pari grado di Lecce che verrà presentata la proposta di poter rifare l’esame. Il magistrato ha infatti dichiarato che la sua priorità: “è consentire ai ragazzi di sostenere l’esame in assoluta serenità”. Dunque se sarà necessario rifare l’esame verrà rifatto.
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Sulla questione si è espressa anche la Presidente dell’Associazione Giovani Avvocati di Brescia, Alessandra Nodari, la quale ha esordito dicendo: “Tutto vero, purtroppo”, quindi ha aggiunto: “Sono davvero rammaricata: già l’esame è uno scoglio duro, essere pure in balia dei numeri è fuorviante. Anche a livello nazionale Aiga si muoverà per capire e non potranno non farlo il ministero e le Corti d’appello”. Quindi si è detta dispiaciuta per i ragazzi, i quali si sono imbattuti in un caso di “ingiustizia” prima ancora di avviarsi alla carriera.