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Interni

“L’Italia non lontana dalla Polonia per la discriminazione LGBT”: le parole di Zan fanno discutere

Durante la puntata di PiazzaPulita, il programma condotto da Corrado Formigli su La7, è intervenuto anche il deputato Alessandro Zan, autore del tanto discusso DDL che porta il suo nome. Le parole del deputato sono rivolte a quanto accade in Polonia circa la discriminazione contro gay, lesbiche e transessuali. Secondo le parole di Zan “la destra nazionalista in Polonia ha costruito un clima di terrore“.

Leggi anche -> Ddl Zan, volano parole grosse: Cecchi Paone dà del “fascista clericale” ad Adinolfi

Alessandro Zan ha dichiarato che in Polonia non è consentito nemmeno sfilare ai Gay Pride, ma la dichiarazione che ha lasciato un po’ basiti è stata che “l’Italia non è molto lontano” e ha citato il fatto che si trovi in 35a posizione nella classifica per la discriminazione verso i gay, quando la Polonia si trova in 40a posizione.

Italia e Polonia non paragonabili e su Twitter si scatenano i commenti

Occorre però specificare che in Polonia, come in altri Paesi dell’Est Europa, l’omosessualità è repressa in maniera molto forte, basti pensare alla Russia, dove la propaganda dell’omosessualità costituisce reato. Ora, paragonare l’Italia a Paesi come la Polonia, è un paragone piuttosto azzardato. In Italia è lecito sfilare ai Gay Pride, a volte finanziati da amministrazioni regionali e comunali.

Non si può considerare l’Italia alla stregua di Paesi dove l’omosessualità è reato o dove è comunque fortemente discriminata, in Italia non c’è alcuna caccia agli omosessuali, al di là di qualche soggetto che si ritiene superiore agli altri e minaccia e picchia fino persino a uccidere coloro che hanno tendenze sessuali diverse (o ritenute diverse).

Effettivamente il problema della discriminazione c’è, ma non per questa ragione bisogna paragonare l’Italia alla Polonia o alla Russia.

Su Twitter i commenti ovviamente non si sono fatti attendere in merito.

Tra gli attestati di stima da parte dei vari utenti ad Alessandro Zan, ci sono anche coloro che rifiutano un paragone simile: “Basta con questo vittimismo e finta narrazione dei fatti. Non c’è nessuna emergenza. Ho molti amici gay e non abbiamo mai avuto problemi“.

Mentre un altro utente mette l’accento sul famoso cartello esposto dalla deputata Cirinnà qualche tempo fa: “C’è pure chi ODIA la famiglia, la patria e DIO“, che effettivamente aveva fatto esplodere una polemica di non poco conto e la parola “odio” non era passata inosservata.

 

Tobias Fior

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