Nelle ultime ore i giornali e i quotidiani online hanno riportato la notizia del primo caso di aviaria in Cina, ma l’OMS ha già dichiarato che “in questo momento non c’è alcuna indicazione di trasmissione da uomo a uomo“. Quindi le paure, più che lecite, dopo quanto accaduto a Wuhan alla fine del 2019 con il nuovo Coronavirus, sono state frenate sul nascere direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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Gli allarmismi si erano già attivati appena la notizia del primo caso di H10N3, un ceppo che finora non era circolato nell’uomo, paiono essere stati subito messi sotto controllo. Eppure per gli esperti si potrebbe trattare di una nuova minaccia pandemica a livello globale e per questo questo ceppo deve essere tenuto sotto stretto controllo.
Il 28 aprile scorso un uomo di 41 anni è stato ricoverato in ospedale per sintomi influenzali riconducibili al ceppo H10N3, che finora non aveva mai infettato alcun essere umano. Ma nonostante questo la Commissione Sanitaria Cinese ha dichiarato in un comunicato stampa che la diffusione “su larga scala è estremamente basso”.
Nella maggior parte dei casi i ceppi dell’aviaria non si sono trasmessi da uomo a uomo
Per quanto riguarda il 41enne che è stato ricoverato in ospedale, potrebbe essere dimesso in breve tempo, questo a indicare il fatto che comunque non si trova in condizioni critiche a causa di questo virus.
Occorre specificare comunque che molti ceppi di aviaria, come l’H5N1 e l’H7N9, hanno formato diversi focolai epidemici, ma che la trasmissione è avvenuta da animale a uomo, mentre il passaggio da uomo a uomo non è avvenuto nella stragrande maggioranza dei casi.
Gli esperti sottolineano però che il passaggio di un virus da animale a uomo, nonostante limiti la diffusione di una pandemia, ha una letalità molto alta, infatti può arrivare anche al 50%. Basti pensare ad esempio all’Hendra Virus in Australia, trasmesso da cavallo a uomo e limitato alle sole persone che erano venute a contatto con l’animale infetto.
Quindi nonostante la tensione, le varie organizzazioni sanitarie hanno dichiarato che il pericolo di trasmissione da uomo a uomo non sussiste.