Carlo Calenda ha deciso di andare dritto per la sua strada e confermare la sua candidatura a sindaco di Roma.
Nella conferenza stampa organizzata la settimana scorsa per lanciare la sua campagna elettorale, il leader di Azione si è anche detto convinto di poter arrivare al ballottaggio, nonostante nella corsa al Campidoglio dovrà vedersela con i candidati dei principali partiti.
Eppure, come riporta Stefano Vergine sul Fatto Quotidiano, l’ex ministro sarebbe sostenuto da diversi grandi industriali che stanno donando cifre importanti proprio in sostegno della candidatura di Carlo Calenda a sindaco di Roma.
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L’ultimo in ordine di tempo è stato Maurizio Tamagnini, un nome che non passa di certo inosservato. Ex numero uno di Merrill Lynch in Italia, Tamagnini è attualmente presidente del consiglio di Sorveglianza di STMicroelectronics e amministratore delegato di Fsi, il Fondo strategico italiano partecipato da Cassa depositi e prestiti.
Sono diecimila gli euro versati da Tamagnini lo scorso 8 marzo come donazione ad Azione, la forza politica del leader Calenda. Una ricchezza crescente ma inversamente proporzionale ai sondaggi, che danno il partito di Calenda tra il 3 e il 4% a livello nazionale.
Tante donazioni per la campagna di Carlo Calenda
Chiaramente nella tornata elettorale che deciderà chi guiderà la città di Roma per i prossimi 5 anni gli esiti potrebbero essere diversi. Anche il famoso finanziere Davide Serra ha deciso di investire su Carlo Calenda, donando 5.000 euro lo scorso febbraio a sostegno della sua campagna (19mila nel corso dell’ultimo anno, ndr).
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Alessandro Riello, presidente di Aermec, ha versato 10.000 euro, mentre Carlo e Aldo Bonomi, proprietari delle Rubinetterie Bresciane Spa, hanno voluto donare ad Azione un contributo di 5.000 euro.
Nessuno batte il versamento effettuato da Pier Luigi Loro Piana e Patrizio Bertelli, nomi di spicco nel campo della moda, che lo scorso ottobre hanno staccato un assegno da 50.000 euro per Carlo Calenda. Chissà se basterà questo grande legame con gli imprenditori – anche grazie al suo passato con Confindustria, oltre al suo impegno come Ministro dello sviluppo economico – a far sì che Calenda arrivi davvero al ballottaggio.