Giovanni Brusca, il mafioso tra gli artefici della strage di Capaci, pentito di Mafia, dopo 25 anni torna libero. Questa è la notizia che nella serata di ieri è rimbalzata su tutti i tg e i social, scatenando indignazione e rabbia da parte dei parenti delle vittime.
Il fedelissimo di Totò Riina, è pronto quindi a lasciare il carcere di Rebibbia e sarà sottoposto a un iniziale regime di libertà vigilata per un periodo di 4 anni.
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Le reazioni di indignazione sono già moltissime e cominciano proprio con la vedova del caposcorta di Giovanni Falcone, che perse la vita nella strage di Capaci. Tina Montinaro si sfoga con una semplice frase: “Sono indignata. Dopo 29 anni ancora non sappiamo la verità sulla strage di Capaci e Brusca è libero“.
Parla anche Giuseppe Costanza, autista di Giovanni Falcone e miracolosamente scampato alla strage: “Un’offesa per le persone che sono morte in quella strage e per me dovevano buttare via le chiavi“.
Giovanni Paparcuri, autista di Falcone negli Anni Ottanta, che rimase ferito nell’attentato dove morì il giudice Chinnici, nelle sue dichiarazioni è anche lui duro: “Non ho mai creduto al suo pentimento e mai ci crederò, l’avrei fatto marcire in galera per tutta la vita per gli innumerevoli morti che ha sulla coscienza”.
Nell’indignazione e nella rabbia generale che segue alla scarcerazione di “u verru” Brusca, ha rilasciato un’intervista anche Santino Di Matteo, padre di Giuseppe, il ragazzo sciolto nell’acido proprio per mano di Giovanni Brusca: “Non trovo le parole per spiegare l’amarezza. Lo Stato si è fatto fregare“.
Maria Falcone: “Una legge che ha voluto mio fratello. Bisogna rispettarla”
Santino Di Matteo ha ricordato che oltre ad avere ucciso suo figlio e sciolto nell’acido, ha ucciso strangolando una donna di 23 anni incinta, dopo averne torturato e ucciso il fidanzato. Le sue parole sono chiare ed nette: “Questa gente non appartiene all’umanità“. Il padre di Giuseppe spera di non doversi mai trovare faccia a faccia con chi ha ucciso suo figlio: “Se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere“.
Diverse invece le reazioni della sorella di Giovanni Falcone, Maria, che si dice “umanamente addolorata” per la notizia, ma che comunque questa legge “l’ha voluta mia fratello e quindi va rispettata“. Ha quindi aggiunto che le forze dell’ordine devono impegnarsi al fine di non permettere che Brusca torni a delinquere.
Dello stesso avviso è Luigi Savina, dirigente della Mobile che catturò Brusca: “Faccio mie le parole di Maria Falcone e ne condivido ogni virgola“.