Il cartello della droga di Jalisco, che in Messico è conosciuto per essere particolarmente violento, ha reagito a suo modo davanti alla politica del Governo messicano che vorrebbe “abbracci, non proiettili“. Davanti a questa politica il cartello ha cominciato a sequestrare poliziotti dello stato di Guanajuato, per poi torturarli fino ad ottenere i nomi e gli indirizzi dei loro colleghi ufficiali di polizia.
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I membri del cartello di Jalisco a questo punto hanno cominciato a uccidere i poliziotti davanti alle loro famiglie, mentre si trovano a casa nei loro giorni liberi. Questo attacco è davvero qualcosa di mai visto prima, nessuna delle bande armate presenti nelle nazioni del centroamerica si è mai posta in questi termini contro le politiche governative.
La sfida lanciata dal cartello di Jalisco è diretta contro il Presidente messicano Obrador, ma soprattutto è diretta verso la sua politica, che prevede nessuna violenza contro i cartelli della droga e nessun tipo di guerra. Questo per i membri del cartello è un attacco quasi alla propria dignità, in quanto non vengono considerati per quello che sono, ovvero un pericolo concreto alla società.
Il cartello di Jalisco ha in questi giorni appeso uno striscione davanti a un edificio di Guanajuato dove si legge chiaramente: “Se volete la guerra, otterrete una guerra. Abbiamo già dimostrato di sapere dove siete. Stiamo arrivando per tutti voi“.
Lo striscione inoltre attaccava anche direttamente il gruppo Tattico, una forza speciale statale accusata di trattare ingiustamente i membri del cartello.
Le parole riportate sullo striscione avvertivano che per ogni membro arrestato due tattici verranno uccisi. Una sorta di vero e proprio rastrellamento, sullo stile nazista, è stato minacciato riportando anche il fatto che i tattici verranno stanati ovunque essi si trovino.
Sul caso i poliziotti di Guanajuato non si sono pronunciati, si sono anche rifiutati di rivelare quanti membri siano stati uccisi dal cartello di Jalisco. L’unica dichiarazione da parte della Polizia di Stato è stata fatta in merito a un poliziotto che è stato rapito nella serata di giovedì, ucciso e abbandonato lungo un’autostrada.
Nonostante i dati sui poliziotti morti siano difficili da ottenere, la Poplab, una cooperativa di Guanajuato, ha detto che sarebbero almeno 7 i poliziotti morti uccisi per mano del cartello dall’inizio dell’anno. Secondo la Poplab, a gennaio una donna poliziotta è stata rapita nella sua abitazione, torturata e crivellata di proiettili, dopo che i membri del cartello avevano ucciso il marito.
Il problema ora è così grave, che il Governo messicano ha deciso di incrementare i finanziamenti per aumentare i meccanismi di sicurezza della polizia.
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