Jason Dupasquier è morto.
E’ arrivato il più drammatico degli epiloghi dopo il drammatico incidente avvenuto sabato pomeriggio durante le qualifiche di Moto3 al Mugello che ha visto il motociclista svizzero cadere e venire travolto involontariamente dalla sua stessa moto e altri due motociclisti.
In lotta tra la vita e la morte presso l’ospedale Careggi, Dupasquier non ha potuto fare altro che arrendersi a causa delle ferite troppo gravi (per lui un politrauma massivo con traumi cerebrali. A poco è servito l’intervento notturno per provare a tenerlo in vita).
E con un post su twitter alle 12.06 la Dorna (la società organizzatrice del motomondiale) ha ufficializzato la notizia della morte di Jason Dupasquier: “Siamo profondamente tristi nell’annunciare la scomparsa di jason Dupasquer. Da parte di tutta la famiglia della MotoGP un pensiero al suo team, alla sua famiglia e a tutti quelli che lo amavano. Ci mancherai tantissimo Jason”.
We’re deeply saddened to report the loss of Jason Dupasquier
On behalf of the entire MotoGP family, we send our love to his team, his family and loved ones
You will be sorely missed, Jason. Ride in peace pic.twitter.com/nZCzlmJsVi
— MotoGP™? (@MotoGP) May 30, 2021
Jason Dupasquier era nato a Bulle, in Svizzera, il 7 settembre 2001 ed era “figlio d’arte”, giacché il papà Philippe è stato un pilota di motocross.
Proprio su input familiare, Jason Dupasquier ha iniziato a correre a 5 anni per poi approdare nel Motomondiale nel 2020 con la Ktm (dopo una lunga gavetta con la vittoria della ADAC Junior CUP nel 2016 e della North European Cup nella classe Moto3 nel 2017).
Grande il cordoglio della sua scuderia, la PrüstelGP che ha espresso il proprio dolore attraverso un post su Instagram:
Dolore condiviso da tutti gli appartenenti al movimento motociclistico.
Compreso Dennis Foggia, vincitore della gara della Moto 3.
Queste le sue parole a Sky Sport: “Mi dispiace tantissimo, era un nostro compagno, era come noi, purtroppo fa parte del nostro sport, che è molto pericoloso. Questa notte ho pensato molto a lui, alla fine quando ho rivisto il video era proprio dietro di me. Non ho parole”.
Foggia ha quindi fatto un ragionamento più largo in merito alla pericolosità della categoria: “La Moto3 è molto scenografica, ma anche molto pericolosa, siamo tutti vicinissimi, può succeder tutto da un momento all’altro. Mando un grande abbraccio a tutta la sua famiglia e alla sua squadra”.