La fossa comune trovata sotto un campo di concentramento nazista in territorio russo conteneva i resti di 500 donne e bambini.
Gli scavatori sono rimasti agghiacciati nel ritrovare teschi e altri resti umani sotto un ex campo di concentramento nazista, allocato nella Russia sud occidentale.
Dulag-191, il campo dove sono morte 8500 persone
Il campo di concentramento Dulag-191 si trovava a Luzhnikova, cittadina rurale, nella regione di Voronezh, ai confini con l’Ucraina (regione devastata durante l’operazione Barbarossa, che portò i tedeschi a – fallire – l’invasione dell’Unione Sovietica).
Una vera carneficina risalente alla seconda guerra mondiale: si calcola che circa 8.500 persone hanno perso la vita in questa prigione e campo di sterminio nazista (la struttura, in realtà, serviva ad ospitare donne e bambini in attesa di essere trasportati presso lager sul territorio tedesco).
Alcuni video mostrano gli scavatori trovare teschi e altre ossa appartenuti alle persone deportate in questa area vicino al confine ucraino che si trovava sotto il comando nazista.
Il capo squadra scavatore Mikhail Segodin ha dichiarato che si tratta per lo più di resti di donne e bambini, da quanto emerge da una prima analisi.
La ricostruzione storica dello sterminio
“Il bollettino stimato è di circa 500 persone”, ha dichiarato. “A giudicare dai resti dissotterrati fino ad ora abbiamo visto ferite da arma da fuoco, traumi da taglio – in altre parole, ossa rotte”. Poi ha aggiunto: “La maggior parte delle ossa che sono pervenute sono denti o altre parti del cranio. La sola cosa che si può dare per certa analizzando questi resti è che quasi tutte le persone che sono morte qui erano molto giovani”.
Inoltre, Segodin ha aggiunto: “Non abbiamo trovato alcun oggetto di valore, eccetto forse un portasigarette danneggiato da un’arma da fuoco”.
Lo storico locale Viktor Strelkin ha inoltre aggiunto a sua volta: “Mi è stato detto che in queste fosse, giusto sotto i piedi delle persone che sono ancora vive, ci sono dei morti. A volte sono dispiegati, a volte sono coperti da 10 o 15 centimetri di suolo, ma adesso il suolo è parzialmente ceduto e i cadaveri sono di nuovo visibili”.