Alla lista degli stati Africani che hanno depenalizzato la cannabis, si aggiunge il Marocco, ma non sarà l’ultimo ancora per molto. Dei 54 stati che compongono il continente 19 la coltivano e l’esportano. Alcuni l’hanno già legalizzata per usi interni, gli altri invece sono allettati dalle prospettive economiche.
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Il boom delle richieste di cannabis light ha avuto come conseguenza l’aumento di strutture adibite alla sua coltivazione e alla sua lavorazione, senza risparmiare l’Africa.
Infatti anche in caso di normativa punitiva, la ‘dagga’, il nome con cui è chiamata la cannabis, è ampiamente diffusa, sia per quanto riguarda la produzione che il consumo, tale per cui molti stati stanno spianando la strada alla rivoluzione dell’ ‘oro verde’ sia per togliere il monopolio a gruppi criminali sia per averne un vantaggio economico, notevole.
Il Marocco, che mercoledì ha depenalizzato la cannabis, infatti è uno dei maggiori produttori e fornitori mondiali di Hashish. L’aver permesso l’utilizzo della marijuana per scopi terapeutici, cosmetici e industriali non significa però sia consentito l’uso ricreativo.
Il vento della rivoluzione però spinge verso una legislazione più aperta e tollerante: la depenalizzazione è stata approvata con 119 voti favorevoli e solo 48 contrari.
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Non solo il Marocco. Il Ruanda ha depenalizzato la cannabis già lo scorso anno per scopi medici, rendendola accessibile nelle farmacie.
In Sud Africa guarda al futuro ed entro il 2022 si prefigge di varare una normativa completa ed efficace per la produzione, il commercio e il consumo della sostanza. Una sentenza della corte costituzionale, datata 2018, infatti permette il consumo privato, ma ancora l’esecutivo non l’ha resa legge.
L’Uganda ha invece un comportamento ambiguo. Permette il commercio della cannabis, ma ha aumentato le pene per il possesso. Nel 2019 ha speso circa 300.000 dollari per acquistare semi di alta qualità.
Lesotho, Zambia e Zimbabwe hanno legalizzato il commercio e l’export di marijuana.
Un mercato che vale 38 miliardi, l’ 11% del mercato globale, non può che convincere altri paesi alla rivoluzione verde.
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