Tragica fatalità o errore umano? Tragica incuria assunta come condotta: i contorni della vicenda del Mottarone diventano sempre più grevi e gravi. Il procuratore che ha disposto le indagini: “Non si è trattata di una omissione occasionale o di una dimenticanza, ma la scelta precisa di disattivare questo sistema di emergenza“.
Non sarebbe stato un caso la dimenticanza del forchettone che avrebbe compromesso il buon funzionamento dei freni della funivia del Mottarone. Infatti la morsa era la soluzione a un’anomalia che perdurava da 90 giorni circa.
La funivia, collassata domenica, aveva due freni, entrambi resi non funzionanti per l’utilizzo di due forchettoni di metallo, uno ancora inserito e uno sbalzato via dall’impatto della funivia al suolo.
Olimpia Bossi, procuratore di Verbania, è netta nell’esporre il risultato dei ritrovamenti:
“Non si è trattata di una omissione occasionale o di una dimenticanza, ma la scelta precisa di disattivare questo sistema di emergenza per ovviare quelli che erano degli inconvenienti tecnici, che si stavano verificando sulla linea, dovuti proprio ad un malfunzionamento del sistema frenante di emergenza. Disattivandolo la cabina poteva fare le sue corse senza problemi“.
Sul nesso tra il sistema di freni e la rottura del cavo c’è ancora confusione: “Non abbiamo elementi per ritenere i due fatti collegati“. Si aspetta la consulenza di uno specialista tecnico per carpire possibili correlazioni.
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I tre arresti, Luigi Nerini, titolare dell’impresa, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini, avvenuti nella notte hanno però ammesso le loro responsabilità per la manomissione dei freni.
Il tenente colonnello Alberto Cicognani, ricostruisce le dichiarazioni degli arrestati:
“C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione“.
L’interrogatori si sono prolungati fino alle 4 di notte e il risultato ha aggravato la posizione dei tre indagati. Non solo omicidio colposo, ma rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, che prevedono una pena aggiuntiva di 10 anni. Infatti pare ci siano stati interessi di natura economica che hanno indicato i forchettoni, come metodo per evitare il blocco della funivia ed evitare di trascinare la cabina, manualmente fino a valle.
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