Grande lutto nel mondo del calcio.
Se n’è andato a 82 anni (compiuti da un mese) nella notte un grandissimo del calcio italiano, colonna della Grande Inter di Helenio Herrera.
Parliamo di Tarchisio Burgnich, frattanto campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970 (sconfitto in finale dal Brasile dopo aver superato la Germania nella partita del secolo).
Roccioso difensore (giocò terzino destro, stopper e libero) Burgnich giocò nell’Udinese, nella Juventus e nel Palermo prima di diventare bandiera del club nerazzurro con cui vincerà tutto e dove entrerà a far parte della nota (ai tifosi dell’Inter) litania: Sarti Burgnich Facchetti Bedin Guarneri Picchi Jair Mazzola Domenghini Suárez Corso.
Nato in Friuli Venezia Giulia, viveva in Versilia dove si era trasferita assieme alla moglie, figlia di ristoratori sposata a Torino.
Burgnich nei giorni scorsi aveva accusato accusato un malore e questa notte è deceduto al San Camillo di Forte di Marmi, dov’era ricoverato.
Esempio per tanti difensori anche di generazioni successive, fu preso ad esempio da altri importanti marcatori a uomo come Claudio Gentile e Pietro Vierchowod.
Per lui una lunga carriera da allenatore in tutta Italia, senza mai raggiungere i risultati ottenuti da tecnico.
Burgnich se n’è andato alla vigilia dell’anniversario del suo collega di reparto – e tra i migliori libero della storia – Armando Picchi, morto prematuramente il 26 maggio del 1971 (esattamente 40 anni fa).
Tarcisio Burgnich è solo l’ultimo giocatore della Grande Inter ad essersene andato.
La squadra capace all’inizio degli anni ’60 di vincere tre scudetti, due coppe dei campioni e due coppe intercontinentali (con la beffarda stagione 1966/67, con finale di Coppa dei Campioni persa contro il Celtic e scudetto persa all’ultima giornata di campionato) inizia a perdere pezzi.
Il portiere Giuliano Sarti è morto il 5 giugno del 2017.
Della linea difensiva, rimane in vita Aristide Guarneri, mentre ci hanno lasciato tanto il già citato Armando Picchi, quanto – il 4 settembre 2006 – la bandiera Giacinto Facchetti (il quarto era per l’appunto Tarcisio Burgnich).
E’ ancora vivo il mediano Gianfranco Bedin, classe ’45 e campione d’Italia con la Beneamata anche all’inizio dei ’70, così come i compagni di reparto
Così come sono vivi i compagni di reparto Luisito Suarez (unico pallone d’oro iberico della storia) e Sandro Mazzola (fuoriclasse figlio della leggenda Valentino).
Tra i giocatori più offensivi (detto che anche Sandro Mazzola e Suarez hanno sicuramente dato una mano in tal senso all’undici di Helenio Herrera) sono ancora in vita il brasiliano Jair da Costa e Angelo Domenghini (frattanto leggenda dell’Atalanta con cui vinse l’unica Coppa Italia vinta nella storia dai bergamaschi e del Caglia con cui vinse l’unico campionato nella storia dei sardi).
A lasciarci, lo scorso anno, Mario Corso – leggenda nota anche per la sua “foglia morta”.
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