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Esteri

L’abuso di alcool e droga e una “vita da incubo”: le nuove confessioni del Principe Harry

Durante una nuova intervista con Oprah Winfrey il Principe Harry si è lasciato andare a delle confessioni davvero molto intime e particolari, una di queste notizie è quella relativa al fatto che avrebbe fatto uso di alcool e droghe come una specie di metodo per sostenere la sua sanità mentale dopo la morte di sua madre.

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Il Duca di Sussex si è aperto con la famosa presentatrice TV americana, dicendo che era ben disposto a far uso di droghe mentre cercava di elaborare il lutto per la scomparsa di Diana. Harry inoltre ha affermato che con quel comportamento stava cercando di “mascherare qualcosa“, effettivamente questo comportamento può essere legato al fatto che Harry possa aver tentato di nascondere quello che provava dentro.

Le sue parole a Oprah rivelano un animo fragile e una persona sofferente: “Ero pronto a prendere droghe, ero disposto a bere. Ero disposto a fare tutte quelle cose che mi facevano sentire meno come mi sentivo. Lentamente poi mi sono reso conto che non bevevo dal lunedì al venerdì, ma poi probabilmente avrei potuto bere in un solo giorno quanto avrei bevuto in una settimana“.

Una vita “da incubo” e quel ricordo in macchina con la madre e il fratello

A quel punto Harry confessa che si rese conto che non beveva al fine di divertirsi, ma con l’intenzione di nascondere lo stato d’animo che provava.

Harry si è lasciato andare a una confessione a cuore aperto, dicendo inoltre che gli anni tra i 28 e i 32 anni, sono stati per lui “da incubo”.

Harry si è poi lasciato andare ai ricordi legati a sua madre, quelle scene che si ripresentano alla sua mente sempre più spesso: “In macchina con mia madre e mio fratello, con le cinture di sicurezza, mia madre che guida e viene inseguita da tre o quattro paparazzi. Non era sempre in grado di guidare a causa delle lacrime. Non avevamo protezione“.

Stando alle sue stesse parole questo scenario si ripeteva ogni giorno, fino all’incidente che nel 1997 ha portato Diana alla morte.

Tobias Fior

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