Sono state riaperte le indagini sull’incidente che ha causato la morte di Domitilla Gianni dopo due anni e mezzo in stato neurovegetativo
Il 18 agosto del 2018, un passante chiama i soccorsi e li avverte che un’auto guidata da una ragazza si è schiantata contro il jersey del Grande Raccordo Anulare. In quell’auto c’era Domitilla Gianni, una ragazza di buona famiglia di soli 25 anni. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, ma la giovane si è aggrappata alla vita ed ha resistito finché ha potuto. Domitilla è stata in stato neurovegetativo per due anni e mezzo, finché il suo cuore, una notte ha smesso di battere.
Quello della giovane ragazza romana sembra l’ennesimo caso di morte stradale che ogni anno porta via la vita a centinaia di italiani. Tuttavia nel suo caso la dinamica dell’incidente non è così certa. A primo acchito sembrerebbe che la giovane abbia perso il controllo del mezzo e che si sia andata a schiantare contro il guardrail. Eppure c’è qualcosa che non convince: gli investigatori del Rips di Settebagni, infatti, una settimana prima della sua morte hanno voluto riascoltare l’unico testimone dell’incidente, lo stesso che quella sera ha segnalato l’accaduto ai soccorsi.
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A far sorgere dubbi sull’incidente autonomo è ciò che era successo nelle settimane precedenti. Domitilla si stava frequentando con uno spacciatore e prima di fidanzarsi con il ragazzo era stata in relazione con un altro esponente del giro di spaccio romano. Per qualche motivo la vita sentimentale della ragazza non andava a genio a qualcuno, visto che poco prima della vicenda Domitilla era stata destinataria di minacce e intimidazioni.
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Poco prima di impattare contro la barriera, qualcuno le aveva bruciato la macchina e qualche giorno prima qualcuno l’aveva speronata a piazza Urbania. Chiaramente simili episodi sono visti come sospetti e gli investigatori vogliono essere sicuri che si tratti solo di coincidenze. Sembra decisamente strano che dopo due episodi di quel tipo, Domitilla abbia perso autonomamente il controllo della vettura. Ciò nonostante, se non verranno trovate prove a supporto di questi sospetti, il caso verrà definitivamente archiviato.
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