Uno studio dimostra che lavorare 55 ore a settimana aumenta il rischio di avere infarti o ischemie in giovane età.
Lavorare nobilita l’uomo, ma lavorare troppo fa male e potrebbe portare a conseguenze nefaste in giovane età. Questo è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Environment International nel 2016. Tale studio dimostrava come nel 2016 fossero morte 745,000 persone per infarti o problemi cardiaci a causa di ritmi di lavoro intensi e superiori a quelli classici. Lo studio dimostrava inoltre che lavorare 55 ore a settimana aumentava il rischio di infarti del 35% di attacchi cardiaci e del 17% di ischemie rispetto ai lavoratori con turni settimanali di 35-40 ore.
L’altro risultato significativo dello studio riguardava l’aumento di morti correlate a ritmi intensi di lavoro dal 2000 al 2016, evidenziando come in quell’anno fossero morte il 30% in più di persone rispetto all’anno d’inizio dell’indagine. Ciò dimostrava come, specie in Asia, il numero di ore lavorative fosse aumentato in quei 16 anni e molte più persone si trovavano a dover lavorare un quantitativo di ore vicino alle 55 a settimana.
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Lavorare fa male: l’Oms avverte i lavoratori sui rischi dell’attività lavorativa prolungata
Vi chiederete perché parlare di uno studio di 5 anni fa senza avere dati più recenti ed il motivo è semplice. Dallo scorso anno il quantitativo di ore di lavoro di ciascuno di noi è aumentato a causa dell’implementazione dello smart working. L’Oms di recente ha sottolineato come durante questa pandemia circa il 9% della popolazione mondiale sia stato sottoposto a turni di lavoro molto lunghi. La stessa organizzazione mondiale della sanità ha quindi evidenziato i rischi correlati a questo aumento degli orari lavorativi e dei carichi di lavoro.
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La direttrice del reparto Ambiente, Cambiamento Climatico e Salute dell’Oms, Mara Neira, ha spiegato come: “La pandemia ha accelerato uno sviluppo che può alimentare questo trend di aumento dell’orario lavorativo”. La stessa Neira ha poi spiegato che “Lavorare 55 ore a settimana può essere un grande rischio per la salute” ed infine ha aggiunto: “Ciò che vogliamo fare dando questa informazione è promuovere una maggiore tutela dei lavoratori”.