Le api riescono a scoprire il Coronavirus e si candidano così a sostituire i più famosi tamponi che da un anno a questa parte sono entrati nella nostra quotidianità.
Lo hanno dimostrato in Olanda dove alcuni scienziati sono riusciti ad addestrarle ad annusare il Covid-19. In particolare sono stati gli studiosi dell’Università di Wageningen a compiere questo esperimento che sembra essere andato nella versione giusta secondo i risultati che sono stati resi noti dallo stesso ateneo olandese. Protagonisti 150 piccoli insetti a cui gli scienziati destinavano un dolcetto (composto da una soluzione di acqua e zucchero) ogni volta che riuscivano ad odorare e quindi far capire, cacciando la loro minuscola lingua, che era infetto dal Coronavirus. Se invece venivano esposte a un animale non infetto non ricevevano alcuna ricompensa. Il tutto avviene in pochi secondi senza dover aspettare i lunghi tempi, almeno 24 ore, di un tampone molecolare.
E quindi le api si pongono come un vero e proprio antidoto naturale per riuscire a scoprire, a questo punto senza bisogno di dover per forza sottoporsi a un tampone nasofaringeo, se si è affetti o meno da Covid-19. La ricerca condotta in collaborazione dalla start-up InsectSense e Wageningen Bioveterinary Research ha però come obiettivo quello di portare a sviluppare un macchinario che possa essere accessibile a tutti per andare ad addomesticare le api. Infatti nella nota ufficiale diffusa dall’università olandese si legge: “Le api sono accessibili a livello globale, quindi l’unica cosa di cui le persone hanno bisogno è una macchina per addestrare le api. InsectSense ha già sviluppato i prototipi di una macchina in grado di addestrare automaticamente più api contemporaneamente e un biosensore che distribuisce le api addestrate per la diagnosi. Questa tecnologia, “BeeSense“, può essere un sistema diagnostico molto efficace per i paesi a basso reddito che devono affrontare sfide nell’accesso alle infrastrutture e alle tecnologie ad alta tecnologia”.
E quindi ancora una volta le api si dimostrano un insetto molto importante per l’uomo. Infatti vivere senza api non vorrebbe solo dire rinunciare al miele, ma significherebbe soprattutto fare a meno della maggior parte della frutta e della verdura e a rischiare sarebbe la biodiversità della Terra. Ma sembra che davvero si stia andando verso questa direzione così come qualche settimana fa è stato confermato su “Focus” dal Consiglio Nazionale di Ricerca Scientifica e Tecnologica dell’Argentina. Gli scienziati hanno lanciato un vero e proprio allarme visto che il piccolo insetto con il pungiglione è a rischio estinzione: dagli anni Novanta a oggi si è registrato un calo del 25%. La causa? Non è una ma molteplici: attori climatici, malattie, malnutrizione ed effetti tossici degli insetticidi. Ma è arrivato il tempo di mettere in pratica seri programmi di difesa delle api perché ancora una volta, così come dimostrato dagli scienziati olandesi, possono essere vere amiche dell’uomo a questo punto non solo come impollinatori ma anche come “tamponi naturali” per scoprire il terribile male che sta tenendo sotto scacco l’intero pianeta.
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