Mario Draghi dopo Oporto 2021 tra diritti sociali, Green pass e riaperture: “Calcolare bene il rischio”

A conclusione del vertice europeo di Porto, summit per coordinare le politiche sociali dell’UE, il premier italiano Mario Draghi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti. Il Summit europeo di Porto è importantissimo e ha trattato un tema centrale e necessario, come quello dei diritti sociali in relazione anche e soprattutto al mercato del lavoro.

Oporto 2021, il summit e i partecipanti

L’idea lanciata da Junker nel 2017, si è concretizzata solo ieri e il premier non nasconde né le difficoltà del percorso né la strada che c’è da fare ancora: Sembra ovvio ma il processo iniziò nel 2017, lanciato da Juncker. Quattro anni per portare tutto il Consiglio a condividere una prima forma di coordinamento dei mercati del lavoro e soprattutto dei diritti sociali. Non credo che sarebbe stato possibile se il Regno Unito fosse ancora membro dell’Ue, si era tenacemente opposto per anni e anni a ogni azione in questo campo ritenendo fosse un’aerea di esclusiva competenza nazionale”.
Stoccata ai vicini d’oltreoceano a parte, il Premier è entusiasta dei risultati ottenuti, anche il consenso e l’aperture all‘ipotesi di rendere strutturale il fondo Sure da parte di paesi ‘insospettabili’:Non c’è una decisione presa né era all’ordine del giorno, io credo che queste decisioni come altre, l’inizio di una discussione su una politica di bilancio nei mesi a venire potrà iniziare solamente nel Consiglio Ue di giugno“.
A partecipare al vertice ‘informale, tutti i capi di stato delle nazioni membro dell’UE.

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Di brevetti e strategie politiche

Un’Europa unita e compatta è un’Europa che può conversare ad aiutare più agevolmente anche gli Usa, le cui decisioni hanno impatto pure nel vecchio continente. A proposito della proposta di liberare i brevetti, Mario Draghi ha detto, senza sbilanciarsi troppo: “La proposta di Biden ha aperto una porta, poi vedremo. C’è chi protegge la sacralità del brevetto e chi è più aperto”: Ma per il politico Italiano non si tratta di una mossa geopolitica, sono di responsabilità sociale. Infatti gli export di Russia e Cina non sono così importanti e numerosi da garantire a nessuna delle due super potenza una qualche egemonia sui paesi aiutati “La Russia ha annunciato 750 milioni di dosi, finora ne ha consegnate sei. La Cina 600 milioni e ne ha consegnate 40. Non sono avversari tali da impensierire gli Usa“.

Draghi condivide la tesi sociale per spiegare l’iniziativa di Biden: “ci sono milioni di persone che non hanno accesso ai vaccini o per mancanza di distribuzione o per mancanza di denaro, che stanno morendo Ci sono le grandi case farmaceutiche hanno avuto sovvenzioni governative imponenti. Semplicemente si potrebbe dire che ci si aspetta qualcosa in cambio da queste case farmaceutiche“.

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L’Italia e la battaglia più impellente (quella legata al Covid)

La situazione più impellente è senza dubbio quella legata al Covid. I virologi si sono divisi sui provvedimenti politici, che Draghi sostiene invece con convinzione: “Bisogna calcolare bene il rischio. I dati sono abbastanza incoraggianti. Se l’andamento dovesse continuare in questa direzione, la cabina di regia procederà con altre riaperture. E’ importante essere graduali, anche per capire quali riaperture avranno più effetto sui contagi e quali meno“.

Le prossime riaperture prevedono anche gli spostamenti, interregionali e internazionali, tale per cui non può che essere contingente una riflessione sul ‘Green pass’: “Abbiamo chiesto con molta enfasi che commissione e parlamento Ue procedano con la massima rapidità al certificato verde”, ha osservato. Serve “un modello europeo su cui confrontarsi per le misure turistiche. Altrimenti ci sarà molta confusione”.

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