Taglia la madre in mille pezzi, la mangia e dà i resti ai cani: la storia del figlio cannibale

Continua il processo ai danni di Sanchez Gomez, il figlio cannibale che ha mangiato la madre dopo averla fatta a mille pezzi.

L’omicidio di Maria Soledad Gomez, donna spagnola di 66 anni, ha sconvolto l’opinione pubblica in Spagna. Della sua morte si è scoperto solo dopo un controllo di sicurezza della polizia nel suo appartamento di Madrid. Chiamati da alcuni vicini preoccupati dalle urla sentite giorni prima e dall’assenza della donna, gli agenti hanno bussato alla porta dell’abitazione e sono stati ricevuti dal figlio Sanchez Gomez, all’epoca dei fatti (il febbraio del 2019) 26enne.

I poliziotti gli hanno chiesto se la madre fosse in casa e lui con una freddezza disumana ha risposto che c’era, ma era morta. Nella seguente perquisizione gli agenti hanno trovato ossa della donna sparse per il pavimento della casa, la sua testa, le mani ed il cuore nel suo letto e parti del suo corpo in un contenitore conservato nel frigorifero. L’atroce scoperta ha portato all’arresto e all’accusa di omicidio volontario ai danni del ragazzo. Accusa che è stata tramutata in immediata detenzione dal giudice incaricato di seguire il caso.

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La storia del figlio cannibale: i raccapriccianti particolari della vicenda

Il giovane ha spiegato agli agenti di averla uccisa perché dei messaggi subliminali provenienti dalla televisione gli hanno detto di farlo. In tribunale l’agente che ha eseguito l’arresto ha raccontato ciò che Sanchez ha detto loro mentre lo portavano in centrale: “Mentre lo trasferivamo alla centrale di polizia ci ha detto che l’aveva strangolata cogliendola di sorpresa da dietro. Ci ha detto anche di aver mangiato qualche parte del suo corpo, alcune cucinate e altre crude, e poi di aver dato ai cani altre parti”.

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L’accusa ha spiegato in tribunale che il figlio cannibale ha fatto a pezzi la madre con dei coltelli da cucina ed ha chiesto una condanna a 15 anni e 5 mesi di carcere per omicidio volontario. La difesa si è giocata la carta dell’incapacità d’intendere e volere per via di uno stato psicotico, ma la corte ha rigettato la richiesta. Adesso si attende di capire quale sarà la condanna decisa dal giudice per il terrificante reato commesso dal giovane.

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