La morte sul lavoro di una ragazza di solo 22 anni diventa ancora più tragica quando si scoprono dettagli, segreti e mancanze che avrebbero potuto evitare la tragedia. Una perdita incolmabile, una morte bianca per cui in effetti sembrano esserci ‘colpevoli’. La posizione dei due indagati, la titolare dell’azienda e l’addetto alla manutenzione, si aggravano con nuove testimonianze.
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Se una griglia avesse potuto cambiare gli eventi
La procura di Prato indaga per omicidio colposo e da oggi omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Gli indagati sono Luana Coppini, titolare della Orditura Luana, e l’addetto alla manutenzione del macchinario Mario Cusimano.
La direzione delle indagini vira verso una fotocellula che avrebbe dovuto bloccare il macchinario, e sulla griglia di protezione del suddetto che sembra essere stata rimossa.
Sequestrati ai fini delle indagini due orditoi, il macchinario del ‘delitto’ e un altro identico, eppure la fabbrica non è sotto sequestro e ieri i dipendenti sono tornati a lavoro.
La titolare, che si sente più una collega di Luana, promette vicinanza alla famiglia: “Anche io, mio figlio e mio marito lavoriamo con questi macchinari: è morta una compagna di lavoro. Intendo esprimere il mio dolore attraverso l’ impegno per la famiglia di Luana e il suo piccolo. Impegno che voglio tradurre in atti concreti da subito in ogni contesto e sede”.
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Più di una vita spezzata
La famiglia della giovane però chiede giustizia, sebbene nessuna sentenza equa possa rimediare alla perdita subita. Il fidanzato di Luana, Alberto Orlandi, è sconvolto ma non si lascia andare alle lacrime, rimane composto con gli occhi umidi e si lascia sfuggire confessioni di un futuro che ormai gli è precluso: “A marzo del prossimo anno mi sarebbero scadute le rate della finanziaria per l’ auto. Quello sarebbe stato il momento buono per prendere in affitto una casa e cominciare a convivere sul serio”.
Quel che gli resta sono le foto sul suo cellulare che non bastano a lenire il vuoto.
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