Parto da record in Marocco: una donna di 25 anni dà alla luce ben 9 gemelli

Un caso del genere non capitava da molti anni, di parti record infatti se ne vedono davvero molto pochi. Questa volta è capitato in Marocco e ha visto protagonista la 25enne Halima Cisse originaria del Mali, che ha dato alla luce 9 gemelli, quattro maschi e cinque femmine. Secondo quanto riportato dai media la mamma e neonati stanno tutti bene. La donna si trovava in clinica ed era costantemente seguita e monitorata dal 30 marzo.

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Inizialmente la donna era convinta di portare in grembo sette pargoli, ma al momento del taglio cesareo ne sono usciti altri due, questi due neonati in più erano sfuggiti alle ecografie che erano state effettuate sia nelle cliniche in Mali, sia in quella in Marocco.
Le parole del Ministro della Sanità del Mali, Fanta Siby, si sono prodigate in un ringraziamento al Presidente della Transizione, che ha consentito il permesso di “accelerare il sostegno finanziario all’evacuazione di Halima Cisse“.

Il papà dei nove gemelli è molto felice che tutti, compresa la moglie stiano bene: “Dio ci ha dato questi bambini. Lui deciderà cosa accadrà a loro”. Inoltre l’uomo ha ringraziato le autorità del Mali, che si sono prodigate per fare in modo che tutto andasse per il meglio. Anche il Presidente del Mali ha chiamato Adjudant Kader Arby per congratularsi con lui.

Nel 2014 un parto record plurigemellare in India. La donna è stata arrestata per aver violato la legge sull’incremento demografico

Come dicevamo ad inizio articolo queste gravidanze record sono davvero rare, una delle più impressionanti è quella di una donna indiana che nel 2014 ha partorito ben 11 gemelli. No, non si tratta di Manjula la moglie di Apu dei Simpons, che di figli ne ha partoriti 8, ma della povera Alahdita K. che dopo il parto è stata arrestata per aver violato la legge che limita l’incremento demografico, fissato a un massimo di 5 figli.

La donna indiana aveva due scelte: scontare un massimo di 10 anni di galera, oppure pagare un’ammenda di 4.205.810 rupie, pari a 50.000 euro. La donna si è ritrovata inoltre a dover pagare 400.000 euro di danni nei confronti dello Stato indiano e scontare una pena detentiva di 10 anni lei e 3 anni il marito.

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