Ieri 3 maggio un incidente sul lavoro in una fabbrica tessile in provincia di Prato ha portato alla morte Luana D’Orazio, di soli 22 anni, mentre stava lavorando a un orditoio. La giovane operaia, che era anche una giovane mamma, è rimasta incastrata nel macchinario in funzione ed è stata inghiottita senza possibilità di salvarsi.
LEGGI ANCHE => Allarme lavoro in Italia. L’Istat: da inizio pandemia 900mila posti di lavoro in meno
L’allarme è stato dato da un altro operaio, collega di Luana, che stava lavorando ad un’altra macchina, essendo girato di spalle non ha visto quanto stava accadendo e ha dato l’allarme ormai troppo tardi. Quando il 118 è arrivato nella fabbrica tessile ormai per Luana non c’era più nulla da fare.
Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche carabinieri, vigili del fuoco e il sindaco della cittadina dove sorge la fabbrica, Oste di Montemurlo.
Ovviamente gli ispettori del lavoro dell’Asl hanno cominciato a effettuare i dovuti controlli al fine di ricostruire le dinamiche esatte di quanto accaduto. L’orditoio è stato messo sotto sequestro. Ora bisogna capire se l’incidente sia dovuto a causa di un errore umano oppure se sia dovuto alle mancate misure di sicurezza sul lavoro.
La rabbia dei sindacati: “Un’altra vittima sulla coscienza di chi non fa rispettare le misure di sicurezza”
Lo sdegno e la rabbia degli operai, ma non solo, per quanto accaduto, sta facendo il giro del web e dei giornali nazionali: “Un’altra vittima pesa sulla coscienza di chi non fa rispettare le norme di sicurezza. Ora basta!“. Questo quanto scrive il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che punta subito il dito contro le norme non rispettate.
Interviene anche il Governatore della Regione Toscana, Giani, che ha parlato di “morte inaccettabile”. Sul fatto ha lasciato una dichiarazione anche il sindaco della città di Pistoia, Alessandro Tomasi, che ha detto di provare “un grande senso di ingiustizia, di rabbia e un dolore immenso“.
Luana lavorava nella fabbrica tessile di Oste di Montemurlo da poco più di un anno. Ma lei non è la sola vittima di incidenti in una fabbrica di questo tipo, infatti solamente due mesi fa un ragazzo di 23 anni è morto in un’azienda tessile a Montale, in provincia di Pistoia.