Sono passati già tre giorni dal primo maggio.
E ancora non si parla di altro.
Dell’ottimo Fedez che è salito sul palco del Concertone del primo maggio e non le ha mandate a dire, attaccando la Rai, Mario Draghi reo di non fare abbastanza per il mondo dello spettacolo e alcuni leghisti rei di alcune dubbie (eufemismo) uscite sugli omosessuali.
Un tema caldo, al tempo dell’osteggiatissimo (dai leghisti) ddl Zan.
Penso – a meno che non abbiate acceso la tv / letto un giornale online dall’inizio di questo mese – conosciate molto bene la vicenda e repetita non iuvant (al limite, vi lascio un leggi anche).
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Non ricordo da quanto tempo non si parlasse così tanto di un primo maggio.
Forse da quando Sfera Ebbasta salì sul palco con due rolex al polso. Ed anche in quel caso giunsero critiche di una banalità disarmante, su cui non torneremo su.
Stavolta niente opulenza, sul palco del Concertone, ma Fedez che entra a gamba tesa nell’evento, pubblicando frattanto una telefonata privata con i dirigenti Rai su quello che sarebbe dovuto essere il contenuto del suo discorso sul palco.
Da quel momento, non si parla di altro – come d’altra parte troppo spesso accade, che il tema sia il Covid, l’intervista di Meghan e Harry ad Oprah o la Superlega di calcio.
In attesa quest’ondata di chiacchiericcio sterile su Fedez e sulle parole di Fedez passi, voglio far notare giusto un paio di cose.
Eviteremo di sottolineare ulteriormente come il caso di (tentata, in questo caso) censura sul palco del Concertone ai danni di Fedez non rappresenti un unicum, ma che ci sono ben noti precedenti.
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Se su Wired qualcuno scrive “Il caso Fedez rivela l’urgenza di metter fine alla lottizzazione della Rai”, benissimo, è vero, bisognerebbe metter fine alla lottizzazione della Rai.
Il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato in tal senso a Repubblica, ieri: “La cultura della lottizzazione deve essere superata sia dentro la Rai che fuori. Nelle stanze dei partiti come in quelle dei tg. Altrimenti, le dichiarazioni di queste ore sono inutili”.
Ed il timore è che le parole di queste ore (così come di tante altre ore, nell’era delle parole buttate al vento – come butto al vento io stesso questo articolo) siano di fatto inutili.
Perché la lottizzazione è un fenomeno antico quasi quanto la Rai (il termine viene coniato nel 1974, alla vigilia della Riforma Rai del 1975 – quando la lottizzazione ebbe di fatto inizio) e perché il rivoluzionario Movimento 5 Stelle (per cui Fedez simpatizzava, ricordiamo) ha dimenticato anche questa battaglia (la delottizzazione), una volta divenuto di Governo.
E comunque non ce ne saremmo dovuti ricordare per Fedez. Anche perché nel caso specifico il problema non è la lottizzazione in sé ma il fatto che nessuno avrebbe dovuto provare ad impedirgli di dire quanto poi detto.
Fedez è stato poi attaccato – in pieno whataboutism – da molti per i suoi testi espliciti da rapper senza peli sulla lingua.
Fedez.
E’ stato attaccato per una quartina su Tiziano Ferro di dieci anni fa, anche dal figlio di Selvaggia Lucarelli (che ovviamente a sua volta ha parlato della vicenda, ma non staremo qui a scriverne adesso, dispiaciuti del fatto che questi siano i riferimenti culturali odierni: la Lucarelli, gli Adinolfi, i bloggerz).
Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing
Ora so che ha mangiato più wurstel che crauti
Si era presentato in modo strano con Cristicchi
“Ciao sono Tiziano, non è che me lo ficchi?”
Una quartina del 2011, quando l’eurodeputato Salvini dichiarava: “Il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera”.
Cosa c’entra Salvini? Forse nulla, ma non so nemmeno cosa c’entrino i testi di Fedez quando si parla dell’approvazione del ddl Zan.
Altro testo criticato (per lo più dai leghisti, parrebbe) è stato ‘Faccio Brutto’ – ma in tal senso vi riportiamo la risposta di Fedez, ché è incredibile dover stare a spiegare che si tratta di una canzone ironica (se non vogliamo parlare di analfabetismo funzionale, siamo quasi alla schizofrenia – se è vero che non si riesca a cogliere la metacomunicazione)
Infine, mi e vi chiedo: Fedez ha detto qualcosa di sinistra?
Lo devo ammettere, ho qualche confusione in merito a ciò che oggigiorno è di sinistra e ciò che non lo è ed al netto della xenoleft, ho dubbi sull’esistenza di qualcosa di sinistra.
Ma veniamo alle sue parole. Un pezzetto quantomeno:
“Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan, e allora vediamole queste priorità: Il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni”.
Parole di sinistra o forse solo parole di civiltà?
Fa sorridere vedere come le destre abbiano deciso che Fedez (l’ex grillino che cantava ‘Comunisti col rolex’) sia un paladino della sinistra per essersi scagliato contro la censura (dove sono i liberali adesso che mi citerebbero un apocrifo Voltaire?) e per aver detto cose di discreto buon senso in merito all’urgenza dell’approvazione di un ddl che prevederebbe il carcere per chi commette discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.
Un ddl che ci toglie la libertà di discriminare.
E non so se ci toglierà la possibilità di dirci tra noi Ricchio’, ma anche così fosse direi che ce ne possiamo fare una ragione, con buona pace di Pio e Amedeo.
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