La vita di Nadia De Munari, missionaria laica da 25 anni in Perù, è stata spezzata da una brutale aggressione con machete nella sua stanza.
La notizia della morte violenza di Nadia De Munari, missionaria laica di stanza in Perù dal 1995, è stata riportata in Italia dall’associazione di cui faceva parte: Operazione Mato Grosso. Sull’omicidio della missionaria sta indagando la polizia di Chimbote (città sita nella costa sud del Perù) e le indagini vengono seguite da vicino dalla Farnesina. L’obiettivo è quello di scoprire il colpevole della brutale aggressione armata e confermare il movente che ha portato l’aggressore a compierla: le autorità locali pensano che si sia trattato di una rapina andata male, ma non escludono la pista della vendetta.
Originaria di Giavenale, Nadia aveva 50 anni ed era la direttrice dell’Istituto ‘Mamma mia‘, dove lei e decine di insegnanti offrivano istruzione e aiuto alle fasce più povere della popolazione. La decisione di trasferirsi in Perù era avvenuta nel 1995, ma la donna era stata nel Paese Sudamericano già diverse volte, la prima nel 1987. Dopo 8 anni tra Sud America e Italia, Nadia aveva sposato a pieno la causa dell’associazione ed aveva deciso di di dedicare la propria vita ad aiutare i poveri del Sud America.
Missionaria uccisa: dinamica e possibile movente
Fino a ieri sera nulla lasciava sospettare che Nadia potesse essere vittima di un simile episodio. La donna, come tutti gli altri componenti del residence ‘Mamma Mia‘, era andata nella sua stanza per coricarsi alle 21.30, seguendo alla lettera il regolamento della struttura. L’orario di risveglio era fissato per le 6.30 di questa mattina, ma a differenza del solito gli insegnanti non l’hanno trovata in piedi per quell’orario. Pensando che stesse dormendo, alcune di loro sono andate a svegliarla e l’hanno trovata morente nel suo letto.
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A quel punto sono stati chiamati i soccorsi che hanno trasportato la missionaria in un ospedale di Lima. I medici hanno tentato di salvarle la vita con un’operazione d’urgenza per rimuovere i versamenti di sangue nel cervello. Il tentativo è però risultato vano: le ferite erano troppo gravi e la donna non è sopravvissuta. La polizia ha repertato tutti gli oggetti trovati nella sua stanza che presentassero macchie di sangue.
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L’ipotesi principale è che un estraneo in cerca di denaro si sia introdotto nella stanza ed abbia cercato di rapinarla, ma il tentativo è andato male e l’ha uccisa. Non è esclusa nemmeno la pista della vendetta, anche se al momento risulta difficile capire per quale motivo qualcuno potesse avercela con una missionaria. Raggiungere la stanza dall’esterno non è complicato, visto che ci sono una serie di terrazze che facilitano il compito, una delle quali dà sulla stanza della donna uccisa.