Una campagna pubblicitaria che voleva essere sicuramente ironica, ma che si è tramutata in un boomerang contro l’Università di Lovanio (città da 100.000 anime ad est di Bruxelles) in Belgio visto che nel manifesto si fa un chiaro riferimento all’Italia e alla criminalità organizzata.
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La denuncia è partita dai social e in particolare da un gruppo di studenti che si trova nella città a sud di Bruxelles. L’ateneo locale, fondato nel 1452, ha infatti deciso di pubblicizzare un corso di italiano ma in maniera più che originale. Infatti in una serie di manifesti, affissi per lo più alle fermate degli autobus, riporta testualmente (tradotto dal belga) queste parole: “Così non ordinerai più una ‘ndrangheta per dolce“. E naturalmente la foto come è stata postata sui social è diventata presto virale scatenando il putiferio.
La trovata pubblicitaria che non “fa ridere”
Una trovata pubblicitaria che se voleva colpire nel segno c’è riuscita ma non nel verso sperato. Infatti il moto d’indignazione che si è sollevato è stato subito forte con la richiesta di ritirare indietro tutti i manifesti, si trovano affissi anche nella più grande a livello di popolazione città di Anversa, e soprattutto chiedere le scuse all’Italia. Nella lettera aperta firmata in primo luogo dagli studenti italiani in Belgio infatti si legge: “Noi italiani, noi italiani del Sud soprattutto, noi che la Mafia la ‘Ndrangheta e la Camorra la conosciamo bene, noi che l’abbiamo combattuta, noi giovani che abbiamo imparato dal sacrificio eroico di giudici come Falcone e Borsellino, e migliaia di altre vittime cadute sotto il fuoco e le bombe della criminalità organizzata, noi che siamo qui all’estero forse proprio perché per colpa di queste mafie non abbiamo potuto valorizzarci nel nostro Paese, noi non possiamo permettere che ancora nel 2021 si usino queste parole per fare della pubblicità, del clamore mediatico, o dell’ironia”.
L’indignazione del web contro la campagna pubblicitaria dell’Università di Lovanio
Alla lettera indignata degli studenti italiani in Belgio, naturalmente ha fatto seguito il coro di tutti coloro che hanno visto il post pubblicato sui social. I commenti sono stati subito numerosi come quello di Alessandro: “Sconfortante! Ho sempre ammirato i belgi per la loro “fame” di cultura, ammiro il fatto che molti, di qualsiasi età ed estrazione sociale dedichino parte del loro tempo libero a corsi “culturali” (lingue, arte, lettura, teatro, etc). Questa frase però è profondamente ignorante!”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Martina: “Fosse stata concepita la frase per seguire un corso di storia italiana, la frase sarebbe stata di forte impatto e sensata (avendo più volte visto su menù all’estero, pizze mafia). Così, per un corso di lingua, è proprio imbarazzante, oltretutto su carta intestata dell’università. Io la inoltrerei al consolato per un “richiamo” ufficiale”. Aki invece rincara la dose: “Senza andare dall’altra parte del fiume, lo si può ‘ammirare’ anche alla fermata dei bus di Astridplein. Bello centrale e visibile. A mio modesto parere potevano utilizzare un’altra parola invece hanno preferito cadere nel vecchio stereotipo italia=mafia, mi verrebbe da dire che università innovativa”.