L’agenzia spaziale degli Stati Uniti, la Nasa, ha annunciato che un piccolo strumento trasportato a bordo del robot Perseverance è stato in grado di “creare” abbastanza ossigeno su Marte da permettere a un astronauta di respirare. Sarà presto possibile l’invio di persone sul pianeta rosso?
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Quali sono le conseguenze?
La notizia della possibilità di “creare” ossigeno su Marte è stata accolta con grande entusiasmo dalla Nasa. Il piccolo strumento trasportato da Perseverance ha estrapolato il nostro gas vitale elaborando le sostanze presenti sull’atmosfera marziana.
Come ha reso presente la Nasa, questo non vuol dire soltanto che eventualmente un giorno l’essere umano potrà visitare il pianeta rosso, ma anche che alcuni accorgimenti tecnici saranno più semplici da realizzare.
È il caso della partenza dei razzi in direzione di ritorno. Vi siete mai chiesti come fanno i robot o le astronavi a tornare sulla Terra? La risposta è che spesso non rientrano affatto, proprio per carenza di ossigeno o difficoltà strutturali, andando a inquinare l’atmosfera spaziale. Adesso, grazie a Perseverance, si prospetta un ritorno sul suolo terrestre più semplice.
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Ma questo, come riporta The Independent, sarebbe solo un piccolo passo, dato che in realtà i razzi necessiterebbero di 7 tonnellate di carburante spaziale e 25 tonnellate di ossigeno per riuscire a partire dal suolo marziano in direzione Terra.
L’importanza di Moxie
In ogni caso, si è dimostrata la validità della tecnologia Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment, conosciuta meglio come MOXIE. L’amministratore Jim Reuter ha dichiarato a tal proposito: “Moxie ha tanto altro lavoro da fare, ma i risultati di questa dimostrazione tecnologica sono pieni di promesse mentre ci muoviamo verso il nostro obiettivo di poter vedere un giorno gli essere umani su Marte”.
Moxie riuscirebbe a rendere la tecnologia per l’estrazione dell’ossigeno molto più semplice ed economica. La Nasa ha reso presente che l’estrazione avvenuta è solo un esperimento per validare il corretto funzionamento della tecnologia spaziale anche dopo essere stata trasportata per oltre sette mesi nello spazio.
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L’esperimento è stato molto positivo e la Nasa ha dichiarato di voler testare per altre otto volte la tecnologia, durante la permanenza di Perseverance sul suolo marziano.