Con il prossimo decreto, in attesa di approvazione del Consiglio dei Ministri, arriva il certificato verde: scopriamo di cosa si tratta.
Le informazioni riguardanti il prossimo decreto covid, confermano quanto era stato già anticipato settimana scorsa: a partire dal 26 aprile torneranno le zone gialle. La suddivisione del Paese secondo le fasce di rischio, dunque, tornerà alla sua formula originaria, quella che vedeva oltre alla zona arancione e a quella rossa, anche la presenza di zone gialle in cui i divieti sono meno consistenti.
Con l’arrivo delle zone gialle dovrebbe arrivare anche la possibilità di aprire i locali. Sarà possibile aprire sia a pranzo che a cena, ma le consumazioni per il momento saranno permesse solo nei tavoli all’aperto. La possibilità di cenare al chiuso, invece, sarà permessa solo a partire dal primo giugno, sempre se ci sono le condizioni per la zona gialla. Dal 15 maggio sarà possibile riaprire le piscine all’aperto, i centri commerciali e i mercati. Dal primo giugno verrà dato il via libera alle palestre. Dal primo luglio potranno essere organizzate fiere, convegni e congressi, riapriranno i parchi tematici e i centri termali.
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Se il decreto non dovesse essere modificato, ci saranno importanti concessioni per le zone gialle anche per quanto riguarda gli spettacoli. Dal 26 aprile, infatti, saranno permessi anche gli spettacoli all’aperto. Dunque aperture permesse in teatri, sale da concerto, cinema, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto. La presenza potrà avvenire solo con posti preassegnati e le sale non potranno essere riempite più del 50% della capienza. Il massimo di spettatori è di 1000 all’aperto e quando sarà possibile di 500 al chiuso.
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A queste novità si aggiunge quella del certificato verde, un’autorizzazione a spostarsi tra le regioni di vario colore. Il certificato avrà validità di sei mesi per coloro che sono stati vaccinati e per chi è guarito dal covid e verrà rilasciato dalla struttura che effettua la vaccinazione o – nel caso dei guariti – dall’ospedale in cui il paziente è stato in cura. Potranno richiedere un certificato verde della durata di 48 ore, coloro i quali hanno effettuato il test molecolare o il tampone e sono risultati negativi.
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