Nuova clamorosa svolta nelle indagini relative alla morte di Donato “Denis” Bergamini, il calciatore del Cosenza trovato senza vita il 18 novembre 1989 sulla statale 106.
Come riportato dal Corriere della Sera, la Procura della Repubblica di Castrovillari ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di Isabella Internò, all’epoca fidanzata del giocatore. Stando alle indagini, infatti, la donna è accusata di omicidio aggravato dalla premeditazione.
L’accusa è in concorso con altri soggetti che al momento restano ignoti. L’udienza è programmata per il prossimo 2 settembre.
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Le circostanze che hanno portato alla morte di Denis Bergamini non sono mai state chiarite. Il calciatore del Cosenza venne ritrovato morto la sera del 18 novembre del 1989 sulla ex statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico.
In un primo momento l’ipotesi avanzata fu quella del suicidio, ma i familiari di Bergamini – in particolare la sorella Donata e la madre Maria Zerbini – non hanno mai creduto a questa tesi. Secondo la prima ricostruzione, Bergamini si sarebbe gettato volontariamente sotto le ruote di un camion che transitava in quel momento dopo aver discusso proprio con Isabella Internò.
Il guidatore del mezzo, Raffaele Pisanò, venne anche processato e successivamente assolto dall’accusa di omicidio colposo.
Nel 2017 la svolta con la riesumazione del corpo: “Fu soffocato”
La sorella e la madre di Bergamini hanno lottato per anni con l’obiettivo di far riaprire il caso, riuscendoci nel 2011, quando una perizia dei carabinieri del Ris di Messina stabilì che il calciatore era già morto quando venne investito dal camion guidato da Pisano. Tuttavia, nel 2014 la Procura di Castrovillari chiese l’archiviazione non solo per il conducente, ma anche per la Internò.
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La vera svolta fu nel 2017, quando la riesumazione del corpo di Bergamini permise di scoprire che il calciatore era morto per soffocamento.
L’ipotesi, quindi, è che Isabella Internò si sia fatta aiutare da alcuni complici per narcotizzare il fidanzato, soffocarlo (probabilmente con una busta di plastica) e adagiarlo sull’asfalto della statale 106, con l’obiettivo di farlo investire e far quindi apparire il tutto come un suicidio.
Per gli investigatori, la Internò avrebbe deciso di uccidere il calciatore perché lui era ormai sul punto di lasciarla.