Spara contro la moglie e la riduce in fin di vita. Lui la crede morta e si suicida.
Una tragedia che ha scosso Marino, cittadina alle porte di Roma che è stata teatro di un crudele omicidio-suicidio che fa tornare prepotente anche il tema del femminicidio. Tutto è accaduto due giorni fa quando Antonio Boccia, carabiniere di professione, ha deciso di sparare quattro colpi di pistola contro la moglie al culmine di una serie di contrasti che avevano portato la donna a preparare le valigie per andare a vivere a casa della sorella.
I due stavano insieme da 10 anni anche se venivano da precedenti rapporti con l’uomo che aveva anche tre figlie
Annamaria e l’impegno contro la violenza sulle donne
Una tragedia che fa ancora più male quella che si è vissuta a Marino ma che ha visto coinvolta la coppia che era originaria di Sarno, in provincia di Salerno. Infatti la 50enne Annamaria Ascolese, che lotta ancora tra la vita e la morte all’ospedale “San Camillo” di Roma, alle prossime elezioni amministrative del Comune dei Castelli Romani era pronta a capeggiare una lista civica in difesa della donna dal nome “Marino in rosa”. Una lista composta da sole donne e che aveva come obiettivo quello di sostenere la candidatura a sindaco di Gabriella De Felice. Infatti da sempre l’insegnante – che per una legge del contrappasso ha subito la furia omicida del marito che l’ha ridotta in fin di vita – era da sempre impegnata a difesa del “sesso debole” e forse anche questo l’aveva spinta a compiere il grande passo di lasciare la casa coniugale dopo che il 57enne marito aveva mostrato già diverse volte segni di violenza negli ultimi tempi.
La ricostruzione della tragedia: prima il litigio e poi gli spari
Secondo una prima ricostruzione operata dagli inquirenti, che stanno lavorando giorno e notte per cercare di chiarire una vicenda che naturalmente ha gettato nello sconforto la cittadina laziale ma anche quella salernitana da dove proveniva la coppia, tutto ha avuto inizio dalla cucina poco dopo mezzogiorno. La donna dopo l’ennesimo litigio è fuggita verso l’esterno dell’abitazione dove è crollata a terra dopo che il vice brigadiere dei carabinieri, in servizio presso la Direzione centrale per i servizi antidroga, le ha sparato contro quattro colpi di pistola. L’ha forse creduta morta ed è rientrato in casa per uccidersi: gli agenti del commissariato di Marino l’hanno trovato con la pistola d’ordinanza, una Beretta calibro 9 parabellum, ancora stretta in pugno.
Le testimonianze dei vicini di casa
Naturalmente sono stati attimi di terrore anche per i vicini di casa. Infatti molti hanno sentito della violenta lite tra i due e poi degli spari. A soccorrere la donna è stata una pattuglia dei vigili urbani che è stata allertata proprio dai vicini della coppia. Proprio quei vicini di casa che hanno confermato che si trattava di una coppia che non aveva mai destato alcun scalpore e che anzi era conosciuta in tutta la città. Tutto questo però non è servito a evitare una tragedia che lascia attoniti.